AstraZeneca, gigante anglo-svedese della farmaceutica (sesta azienda nel mondo, terza in Europa), presente in oltre cento mercati con 65mila dipendenti, taglierà oltre 3mila posti di lavoro nei prossimi tre anni, per fronteggiare le difficili condizioni che si stanno per manifestare sui mercati. Lannuncio è stato dato agli azionisti durante lassemblea annuale che si è tenuta a Londra per la presentazione dei risultati di bilancio 2006. Un anno che è stato ancora positivo: le vendite sono cresciute dell11%, raggiungendo i 26,48 miliardi di dollari, grazie soprattutto alla crescente domanda di propri farmaci come Nexium (gastroenterologia), Crestor (cardiovascolare) e Seroquel (schizofrenia, disturbi bipolari), che da soli hanno raggiunto quota 13,3 miliardi.
Lutile prima delle tasse è stato di 8,54 miliardi di dollari e quello per azione è salito del 33% a 3,86 dollari, in linea con le stime degli analisti. AstraZeneca, nata nellaprile del 1999 dalla fusione della società svedese Astra con linglese Zeneca, erede dellImperial Chemical Industries, ha da sempre dato ampio spazio alla ricerca investendo 3,9 miliardi di dollari nel 2006, il 15% del volume di affari. In undici Centri di ricerca, in sette diversi Paesi, sono impegnati 12mila dipendenti, che collaborano con realtà internazionali per mettere a punto farmaci innovativi nellarea gastrointestinale, cardiovascolare, oncologica, respiratoria, delle neuroscienze, del controllo del dolore e delle infezioni. Particolarmente promettente è anche la «pipeline» di ricerca, con 120 progetti, di cui 95 in fase avanzata.
In Italia, AstraZeneca occupa oltre 2mila persone ed è presente con unorganizzazione commerciale e uno sito produttivo a Caponago (Milano), da cui escono farmaci per tutto il mondo. Gli investimenti in sperimentazioni hanno raggiunto lo scorso anno i 13,7 milioni. Il volume di affari del 2006 è stato di 850 milioni, con una crescita in linea con la media di mercato, ma inferiore nella seconda parte dellanno, quando si sono fatte sentire le misure del governo tese a contenere la spesa farmaceutica.
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