Per Atene soluzione europea E Sarkozy sostiene la Grecia

L’Europa non ha alternative: deve sostenere lo sforzo della Grecia per non mettere a repentaglio la moneta unica. Il presidente francese Nicolas Sarkozy riceve all’Eliseo il premier ellenico Georges Papandreu e gli conferma la più ampia solidarietà in questo momento di difficoltà. «Gli Stati dell’Eurozona rispetteranno gli impegni presi, se sarà necessario», dice Sarkozy al termine del faccia a faccia, mentre Papandreu ricorda che «l’attacco speculativo alla Grecia rappresenta un test per l’Europa e l’euro, da affrontare con decisione».
Per la Grecia, dice ancora Papandreu, «vogliamo una soluzione europea e non un ricorso al Fondo monetario internazionale». A questo fine, la Commissione di Bruxelles sta lavorando per proporre la creazione di un «Fondo monetario europeo», una istituzione che disponga dell’esperienza e dei poteri d’intervento analoghi a quelli del Fmi. «Ne stiamo discutendo con la Germania, la Francia e gli altri Paesi dell’Eurozona», dice in un’intervista il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn. E il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, conferma che si sta studiando questo tipo di soluzione «per la stabilità della zona euro».
Per Atene, spiega il primo ministro greco, l’obiettivo è di ritornare alla normalità sui mercati e a tassi non lontani da quelli praticati sulle emissioni di altri titoli europei, dopo il varo del pacchetto aggiuntivo di misure antideficit per 4,8 miliardi di euro.
Sarkozy rivela di aver parlato nella mattinata di ieri con Angela Merkel, aggiungendo che «i principali protagonisti sullo stage europeo sono determinati a fare il necessario per non lasciare isolata la Grecia». Il cancelliere tedesco ha chiarito, nel recentissimo incontro con Papandreu, che la Germania appoggia gli sforzi greci, ma è contraria a ogni forma di salvataggio «attraverso aiuti finanziari diretti. Va da sé che, nei sondaggi, la Merkel è il leader europeo «meno amato» dai greci. Sempre secondo i sondaggi pubblicati sulla stampa, il 46,6% dei greci appoggia il pacchetto di austerità varato dal governo, mentre il 47,9% è contrario. La stragrande maggioranza (l’86,9%) ritiene, comunque, che le norme antideficit approvate dal Parlamento causeranno un pesante disagio sociale. Per mercoledì i sindacati hanno fissato uno sciopero generale.
Diversi economisti continuano a ritenere che il pericolo di contagio tra la Grecia e gli altri Paesi del Sud Europa ad alto debito pubblico non sia superato. L’eventuale default di Atene potrebbe avere effetti «disastrosi» su Paesi come Spagna, Portogallo e Italia, scrive il capo economista della Deutsche Bank, Thomas Mayer, su un quotidiano tedesco. «La situazione sarebbe simile - spiega - a quella della Lehman Brothers», la banca statunitense fallita nel settembre 2008.
Un default della Grecia, così come della Spagna e del Portogallo, appare però «improbabile» agli analisti di Bnp Paribas. Allo stesso tempo, sono poco credibili gli impegni di riportare il deficit al 3% del Pil entro due o tre anni.

La Grecia, spiega il report della banca francese, è alle prese con un aumento della speranza di vita e, allo stesso tempo, con un calo della natalità. Questo significa che è necessaria una riforma radicale del sistema pensionistico, altrimenti «la deriva delle finanze pubbliche è inevitabile».

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