Sport

Atletica a Milano Arena amara per Pistorius Bene Brugnetti

MilanoOscar Pistorius ha faticato anche questa volta all’Arena nei suoi 400 metri sempre pieni di speranza. Un anno fa cercò inutilmente il tempo per andare a Pechino, questa volta è stato ancora lontano dal minimo per i mondiali di Berlino. È arrivato al traguardo 6° in 47”24, tempo che non può proprio soddisfarlo e dovrà consolarsi con il premio dedicato alla memoria di Candido Cannavò. La sua esibizione, che ha concluso la Notturna di Milano, è stata comunque un momento di vera emozione.
Per una volta le gerarchie dell’atletica sono saltate: gli applausi più intensi sono andati infatti ai protagonisti della più umile delle specialità, la marcia. Questa volta sotto i riflettori i protagonisti sono stati Brugnetti, Rubino e Schwazer, tre campioni che di solito non calpestano il tartan delle piste, ma piuttosto il selciato delle strade e non soltanto per 5 chilometri come quelli di ieri sera, ma ben oltre, dai 20 ai 50, portandoci spesso allori, che talora sono unici per la nostra atletica. Dunque, per loro doppia corona di applausi scroscianti, meritatissimi. I loro tempi, come i loro piazzamenti (Brugnetti comunque 1° in 18’38”45, a soli 8 secondi dal record italiano di Damilano; l’olimpionico di Pechino Schwazer costretto nelle retrovie da una distanza troppo breve per lui) valgono per quello che possono valere; questa gara sui cinque chilometri è stata un’esibizione e per i marciatori è stata la prima patatina d’un buon aperitivo. Schwazer, come detto, ha chiuso solo in 19’51”; ma per lui il primo vero impegno stagionale sarà domenica a Dublino sui 50 Km nel Challenger della Marcia.
Per i nostri scattisti, serata storta.

Infatti l’inglese Pickering (10’’32) ha preceduto il nostro Di Gregorio, il siciliano che finora era stato il migliore di questa stagione (10’’35) e l’altro italiano Collio (10’’48) sui 100 maschili, mentre la russa Kubbieva (11’’51) ha preceduto le nostre sprinters, la migliore delle quali è stata ancora la sarda Salvagno (11’’61).

Commenti