Che gli autisti Atm preferiscano il telefonino al volante, be non fa più una notizia. I milanesi lo vedono, giorno dopo giorno. Anche i sindacati lhanno ammesso, seppure con le cautele del caso per evitare di perdere ancora qualche altro iscritto. E pure loro, i «manetta» meneghini, hanno testimoniato quando sono alla guida di non aver «il tempo di ficcarsi le dita nel naso». Che altro aggiungere? Ah, sì, un foglio di servizio su carta intestata Atm: per lesattezza lordine di servizio numero 33 barrato S del 2008 firmato dal direttore Bruno Decio.
Poche righe a caratteri cubitali dove lazienda di foro Bonaparte «ricorda a tutti i conducenti che durante la guida in vettura è tassativamente vietato fare uso di telefoni cellulari e apparecchi radiofonici con o senza auricolari». Sì, avete letto bene: Atm vieta l«uso di telefoni cellulari» e di «apparecchi radiofonici». Già, come dimenticare quellautista che alla guida di un jumbo tram ha vinto un cappellino al quiz della radio. Episodio testimoniato sia dagli archivi dellemittente radiofonica che dagli stessi passeggeri quantomeno sconcertati dal comportamento di quel tranviere. E, ancora, come dimenticare quellaltro suo collega che per lintera tratta della 90-91, da capolinea a capolinea, correggeva i compiti della figlia e dettava alla moglie le desiderata per cena. Insomma, guidatori disinvolti sui mezzi pubblici. Cattiva abitudine di qualcosa come quattromila autisti, prassi in voga sia lungo le corsie preferenziali che lungo le arterie della periferia e del centro di Milano.
E, adesso, lo ammette pure lazienda - guidata dal manager Elio Catania - che, nero su bianco, richiama «il personale graduato addetto al controllo» allobbligo «di far rispettare» il divieto. Altrimenti? «Lautista commette un grave illecito disciplinare». Soluzione davvero estrema per quegli autisti che se ne fottono del codice della strada che logicamente vieta di usare il cellulare alla guida. Chiaro a tutti, forse pure agli autisti, che spesso e volentieri gli incidenti di questi mesi sono stati provocati dalla distrazione ovvero dallerrore umano con una telefonata di troppo alla guida. E lelenchino, lo testimoniano le cronache, è davvero lungo. Certo, questordine di servizio è lultima spiaggia, dopo la scelta Atm di un corso professionale ad hoc dal titolo «professione conducente» promosso per spiegare che trasportare ogni giorno un milione e settecentomila passeggeri obbliga la certezza di un viaggio in tutta sicurezza.
Adesso, però, occorre un nuovo ordine di servizio sul tema del «doppio lavoro», quello magari fatto in ristoranti e pizzerie prima di mettersi alla guida di un mezzo pubblico e, come già accaduto, provocare un mezzo disastro con tanto di feriti.
gianandrea.zagato@ilgiornale.it
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