«Atm a pezzi, niente investimenti e ricambi». Lo denunciano i sindacati che scelgono così di difendere gli autisti messi sotto accusa per la guida un po’ troppo disinvolta. Difesa d’ufficio però con documenti alla mano: «Gli addetti alla manutenzione sono passati da 2.065 a 1.801 mentre i dirigenti sono aumentati da 25 a 35, pagati lautamente e, in qualche caso, anche con l’affitto della casa in centro a carico dell’azienda».
A finire nel mirino è dunque la gestione di Elio Catania che il sindaco Letizia Moratti ha nominato al vertice dell’azienda dopo l’uscita di Bruno Soresina. «Nessuna voglia di scandalismo» aggiungono i sindacati: «Catania riversa ogni responsabilità sul passato ma sorvola sulla sua politica aziendale che non prevede investimenti né per l’ammodernamento delle officine né degli strumenti di lavoro dei meccanici».
Intanto, Atm continua a guardare alla fusione con l’azienda tranviaria torinese: ieri, Catania si trovava proprio a Torino mentre in piazza Baracca avveniva il 182esimo sinistro dall’inizio dell’anno.
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