Dove sono finiti i grandi difensori della libertà
di stampa? Spariti. Dove sono i paladini del’articolo 21? Spariti pure
loro. Fateci caso: 36 giornalisti (e un lettore) vengono portati in
tribunale con l’accusa di stalking collettivo solo perché hanno osato
parlare di un politico, e gli indignati speciali in servizio
permanente effettivo sembra che non se ne siano nemmeno accorti. I
grandi giornali tacciono, le grandi firme tacciono. E quelli che
scendono in piazza ogni due per tre a gridare «que viva la rivolucion,
que viva la costitution»? Muti. E quelli che s’indignano contro i
bavagli alla libera informazione? Muti pure loro. Non ci credete?
Provate a porgere l’orecchio: non si sente nulla. Ma proprio nulla.
Nulla di nulla. Infatti, parla Bocchino.
Eh già, proprio così: lo
sciagurato rispose. Non contento di essersi inventato l’operazione
stalker, l’onorevole torna sul luogo del (suo) delitto. Poveretto: si
crede Michelle Hunziker. Forse si guarda allo specchio e si vede biondo,
bello e affascinante. Non capisce la differenza che c’è tra un
giornalista e un molestatore: cioè esattamente la stessa che c’è tra
lui e la showgirl. Ma Bocchino non se ne dà pace e parlando ieri a
Torino è tornato a vestire i panni del presunto Michelle: «Le molestie
hanno superato il segno e richiedono che a occuparsene sia la
magistratura», ha detto. Roba che se lo sente Sos anti-stupri manda
subito un’équipe medica di pronto intervento. In effetti: ci vorrebbe
proprio un’équipe medica. O, almeno, uno psicologo. Magari pure uno
psichiatra.
Vi pare? Più che di un tribunale, Italuccio avrebbe
proprio bisogno di un buon ospedale (e questo mi vale un’altra
denuncia per stalking, olè). Così magari riesce a ristabilire il
rapporto apparentemente compromesso tra sé e la realtà: Nicole Kidman
è stata vittima di stalking, Madonna è stata vittima di stalking. Lui
no. Si rassegni. Lui è stato criticato, magari anche attaccato, come
vengono criticati e attaccati ogni giorno i politici di ogni
schieramento. Se c’è stata diffamazione quereli. Se sono state scritte
cose non vere rettifichi. Ma la molestia è un reato troppo serio per
essere trascinato nel ridicolo. Fra l’altro Bocchino ieri ci ha
tenuto a ricordare di essere giornalista pure lui. Che figura: per
quanto la categoria abbia dato spesso pessima prova di sé, mai era
arrivata a inventarsi simili stupidaggini.
E dunque, se ne viene cacciato lui, da oggi si accettano dimissioni
volontarie dall’Ordine professionale: vorreste far parte di un albo
che ha fra i suoi iscritti un giornalista che denuncia per stalking gli
altri giornalisti? Decidete voi. Nel ricordare il suo legame con il mondo
scribacchino, poi, Italo ha pure citato, con sprezzo del pericolo, il
quotidiano di cui è editore, il Roma . Dice che l’abbiamo
danneggiato. Danneggiato? Noi? Ma come? Lui non paga gli stipendi,
riduce i dipendenti alla fame, manda sul lastrico quei poveracci, e
noi lo danneggiamo? Noi siamo i molestatori? E allora lui cos’è? Uno sterminatore di giornalisti? L’affamatore del redattore ordinario? (ancora stalking, olè).
L’unica cosa in cui Bocchino è coerente, bisogna ammetterlo, è l’odio per i lettori. Da giornalista ne ha sempre avuti pochissimi. Da editore del Roma
ancor meno. Ora che è diventato politico li denuncia pure. Proprio
così: oltre ai 36 cronisti del giornale, colpevoli di aver scritto sul
quotidiano, ha deciso di portare in tribunale anche un lettore,
colpevole di averlo comprato. Per il momento si salva l’edicolante,ma
non è detto. E comunque faccia attenzione.
Pure il tipografo, poi, qualche colpa dovrà pure avercela, no? Ora
ditemi: vi sembra una cosa sensata mandare a processo un lettore di un
giornale? Come se fosse un criminale? E la prossima proposta di legge
dell’onorevole Bocchino allora che cosa sarà?La guardia armata
davanti all’edicola? L'arresto in flagrante di chi acquista un
quotidiano sgradito? La soppressione a suon di manette della posta dei
lettori?
Sorprende che di fronte a questa totale follia (ancora stalking, olè) nessuno s’indigni. Scommetto che se qualcuno avesse denunciato per molestie uno stagista di Repubblica avremmo già il Paese in subbuglio e Roberto Saviano convocato per la manifestazione al Palasharp. Invece, nulla. Un articolo di Annalena Benini sul Foglio , un articolo sul Fatto in cui Luca Telese rincara la dose, quasi chiedendosi come mai noi suoi ex colleghi del Giornale non siamo ancora finiti davanti alla Corte internazionale dell’Aja,due interventi striminziti dell’Ordine dei giornalisti, una dichiarazione per dovere d'ufficio del segretario Fnsi Siddi, che dà un colpo al cerchio e un colpo al Bocchino, facendo però capire che in fondo non gli dispiacerebbe vederci in tribunale processati come stupratori. Il resto silenzio. Parla solo Italo, il molestato. L’uomo che si credeva Michelle Hunziker. L’uomo che si credeva Nicole Kidman. L’uomo, insomma, che s’è rovinato a forza di fare la bella figa.
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