Roma - «È in corso un attacco a tenaglia contro Silvio Berlusconi. La misura è colma. L’opposizione deve mobilitarsi in una grande battaglia democratica, fuori e dentro il Parlamento». Dopo l’approvazione in commissione dell’articolo che esclude dal governo a chi ha un patrimonio superiore ai 15 milioni di euro, Maurizio Gasparri, membro dell’esecutivo di Alleanza nazionale, suona la carica e invita il centrodestra a passare al contrattacco.
Onorevole Gasparri, Berlusconi denuncia il tentativo dell’Unione di eliminarlo per via legislativa dalla scena politica.
«È un attacco a tenaglia ai suoi danni. Con il ddl Gentiloni attaccano Mediaset creando squilibri e danni a un’azienda sana. E a farlo sono gli stessi che poi si riscoprono patrioti quando gli americani tentano di comprare Telecom e ne invocano l’intervento. L’altra faccia della medaglia è il conflitto di interesse, una proposta folle perché applicare una sorta di esproprio per chi è titolare di un patrimonio di 15 milioni di euro vuol dire che se uno è proprietario di un palazzo non può svolgere ruoli di governo».
È un limite troppo basso?
«È un limite assurdo che colpisce migliaia di soggetti quando è evidente che la legge ha come unico obiettivo quello di mettere Berlusconi fuori dal contesto politico».
È un caso che questa offensiva sia partita proprio quando i due poli iniziavano a scambiarsi segnali di pace?
«La volontà di dialogo sbandierata in queste settimane non esiste nei fatti. Prendiamone atto. Più sono delegittimati dalle difficoltà interne e più diventano arroganti».
Quale sarà la risposta del centrodestra a questo punto?
«Dobbiamo iniziare una durissima battaglia politica. Questo governo ha raggiunto il limite. Stanno occupando ogni istituzione e ogni poltrona. Ricattano governi esteri, come è accaduto con Kabul. Mettono a repentaglio i nostri rapporti con gli Stati Uniti suscitando la risposta dell’ambasciatore Spogli, interferiscono con la Corte Costituzionale. E poi dicevano che era il governo Berlusconi ad essere “unfit” a livello internazionale, come scrisse una volta l’Economist».
Qual è la genesi di questa legge?
«Mi sembra che si vada a iscrivere nel filone della faziosità che parte dai Girotondi, passa per il Caimano di Moretti - che prefigurava la sentenza del processo Sme sognata dalla sinistra - e per certi processi che hanno influenzato la nostra realtà e inciso sul voto. A questo punto credo che dobbiamo insorgere perché la crisi di credibilità del governo Prodi è evidente.
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