Totti, un maleducato, anzi due volte maleducato. Perché un campione del suo spessore, idolo di una città intera, divenuto un cult per i ragazzi dai 5 ai 90 anni, non può mandare a quel paese larbitro Rizzoli per il solo fatto di essere stato ostacolato al tiro. Va bene che loccasione era ghiotta, ma la reazione è andata oltre ogni ragionevole comprensione: tre «vaffa» in serie. Cosa dovrebbero urlare allora i tifosi quando vengono traditi dalla conclusione sballata di un loro beniamino? Magari dal dischetto, come è successo varie volte al Pupone nella passata stagione?
Totti sè scusato con il fischietto bolognese quando la Roma è passata in vantaggio sullUdinese (non prima). Encomiabile, secondo alcuni utenti delle radio romane. In realtà Totti non è nuovo a questi atteggiamenti da bullo di periferia che sublimano larroganza presente nel nostro calcio, fatto di figli e figliastri. Basta ricordare i pugnetti con cui colpì il portiere Manninger in un momento di frustrazione durante la gara strapersa a Siena. Allora l'arbitro Dondarini, che in un Samp-Fiorentina di tre anni fa espulse due giocatori viola per aver aperto la bocca, impersonò alla perfezione Ponzio Pilato. Questa volta Rizzoli, riemerso in A dopo un lungo stop, ha fatto di peggio scambiando il rosso con il giallo in uneterna rincorsa con il male minore.
Daltra parte al bel bolognese piace farsi prendere a parolacce, vedi gli insulti ricevuti da Cassano nellultimo derby di Genova.
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