«Non so cosa pensare... Non so proprio cosa pensare di tutto questo. È accaduto così allimprovviso e sono ancora talmente sconvolto da non riuscire a riordinare le idee. Quel che è certo è che non ho mai ricevuto alcuna minaccia».
Mohamed A. si chiude nel suo silenzio ostinato ma dignitoso dopo una notte passata a rimuginare su una sorta di incubo per lui diventato realtà, tra il puzzo di bruciato e i residui dellacqua dellestintore. Il negozio di questo egiziano di 39 anni - una tipica macelleria islamica dove si vende anche kebab, la tipica carne di montone fatta a fettine e infilata nel tipico spiedo che ruota su se stesso - laltra notte è stato oggetto di un attentato dinamitardo in piena regola. Poco dopo le 21.30 di sabato una bottiglia incendiaria è stata lanciata contro il suo negozio che si trova in via Angelo Novaro, quasi allangolo con via Astesani, in zona Dergano, a due passi dalla Comasina e dallex ospedale «Paolo Pini».
«In quel preciso momento mi trovavo sul retro del mio locale - racconta Mohamed A. - Improvvisamente ho sentito un rumore di vetri infranti, ho capito che era stata colpita la vetrata del mio negozio, ma al tempo stesso, non mi rendevo conto di cosa stesse realmente accadendo. Sono rientrato e ho visto il bancone, il frigorifero, lo stesso spiedo del kebab che prendevano fuoco. Ho preso subito lestintore, quindi, ho iniziato a spegnere le fiamme, ma non mi rendevo esattamente conto di quello che stavo facendo, di quello che era successo: insomma, volevo solo eliminare il fuoco il più in fretta possibile, affinché lincendio non prendesse piede, non si estendesse in tutto il negozio. Alla fine ce lho fatta, ma sul posto era già arrivata una macchina dei carabinieri che, probabilmente, qualcuno dei vicini aveva chiamato. In quel momento sono uscito fuori dal negozio, sulla strada, convinto che fosse stato colpito anche il negozio di fiori e la tabaccheria che ci sono lì accanto, anche se sapevo che avevano la serranda abbassata perché erano ormai chiusi. Solo a quel punto ho capito di essere stato lunico obbiettivo di quella bottiglia incendiaria.
Sulla vicenda indagano ora i carabinieri che, però, al momento, si sono limitati a inviare i loro periti sul posto senza fare dichiarazioni sullaccaduto.
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