Attentato incendiario contro Azione Giovani

Copertoni cosparsi di benzina e poi dati alle fiamme

Daniele Petraroli

Cresce l’allarme per la violenza dell’ultrasinistra nella Capitale. A farne le spese, ieri mattina all’alba, la sezione Trieste-Salario di Alleanza nazionale-Azione giovani in via Benaco. Un attentato incendiario, compiuto dando fuoco a dei copertoni cosparsi con ogni probabilità di benzina, ha bruciato la saracinesca e mandato in frantumi la porta della sede dedicata alla memoria di Francesco Cecchin un militante del Msi ucciso nel 1979.
Un gesto simbolico, dunque, ma dai risvolti inquietanti. Negli ultimi mesi infatti sono stati moltissimi gli episodi del genere di cui si è resa protagonista la sinistra radicale. Appena una settimana fa sul sito no global Indymedia è comparso l’indirizzo del presidente di Ag di Roma Federico Iadicicco secondo uno schema da «liste di proscrizione» anni Settanta. Si getta il sasso e si aspetta che qualcun altro colpisca.
Il 6 novembre un nuovo attentato. Questa volta contro la sezione di Forza Nuova in via Nisco alla Caffarella. Un ordigno, che secondo gli inquirenti «avrebbe potuto uccidere», ha devastato alle 3 della notte i locali del partito di Roberto Fiore. Due settimane prima un nuovo attacco. Bersaglio, in questo caso, la sede degli «Irriducibili», la frangia più a destra della curva laziale. Sempre a metà ottobre, poi, esplode il caso «militant». Sul sito riferibile all’area antagonista (www.militant.it), vicina ai centri sociali «La strada» e «San Lorenzo», compare l’Antifascist official league, un concorso a premi aperto a chiunque si presenterà con un oggetto cortesemente donatogli (rigorosamente tra virgolette, Ndr) da un fascista». Una vera e propria istigazione alla violenza aggravata dal fatto che il sito internet ha ricevuto negli ultimi due anni 29 mila euro dal Comune di Roma.
E andando a ritroso nel tempo la situazione non cambia. Aggressioni. Ne ricordiamo solamente due a dei militanti di An in piena campagna elettorale, una a Garbatella, l’altra in piazza Alessandria. «Liste di proscrizione». Clamorosa quella durante il corteo in memoria di Renato Biagetti, il giovane ucciso a Focene la scorsa estate, quando vennero scanditi dai microfoni degli organizzatori i nomi di tutti coloro, compresi giornalisti e intellettuali di sinistra, che avevano partecipato alle iniziative del centro sociale di destra «Casa Pound». E attentati, appunto.
Un crescendo di violenza e intolleranza nei confronti di chi fa politica «dall’altra parte della barricata». Una spirale che nell’ultimo periodo ha subìto una vera e propria impennata. La svolta, forse, proprio la morte di Biagetti, militante del centro sociale «Acrobax». Un omicidio al termine di una festa sulla spiaggia completamente slegato da logiche politiche, come dimostrato dalle forze dell’ordine che sono riuscite ad arrestare e a far confessare i due responsabili. Ma questa verità non è stata digerita dall’estrema sinistra che da subito aveva gridato all’«omicidio fascista». E che ne ha approfittato, poi, per creare il clima di intolleranza. Basti pensare che proprio da Roma sono partiti i giovani che hanno contestato Pansa a Bologna cercando di impedire la presentazione del suo libro. Sull’attentato alla sezione «Trieste-Salario», intanto, stanno indagando i carabinieri di zona mentre il ministro Amato ha sollecitato «immediate indagini». Per il momento, comunque, non sono pervenute rivendicazioni di alcun genere. Nel corso della giornata, infine, si è recato a esprimere solidarietà ai giovani di Ag il presidente di An Gianfranco Fini che però ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

A differenza del coordinatore regionale di Forza Italia Fabrizio Cicchitto per il quale l’incendio della sede di Azione Giovani è invece «un episodio grave, anche perchè si colloca in un preoccupante quadro di violenza diffusa».

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