Ebbene sì. Il falso ormai entra anche in cucina: si nasconde nella farina, viene sbattuto insieme alle uova e si
mimetizza con i canditi. Voilà la contraffazione è servita e, complice la crisi, i panettoni «tarocchi» arrivano sulle
tavole di milioni di italiani. I pasticcieri milanesi sono già sul piede di guerra. In nome della tradizione e della
qualità. E sono pronti a fare un esposto in Procura contro i panettoni «taroccati». «Non escluderei - spiega Stefano
Fugazza,dirigente del settore alimentaristi dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano, - che ci si debba tutelare
contro chi «abusa» della denominazione tradizionale per prodotti che sono, invece, dolci alla cioccolata magari con ripieno di limoncello, zabaione e decorazioni con glasse varie: è scorretto definirli panettoni». Il panettone autentico, sostengono gli artigiani, ha ingredienti e una ricetta specifici, e una lavorazione codificate da una disciplinare di produzione che regola il marchio di Denominazione Controllata.
Una nota positiva però c’è: la richiesta di «Pan del Toni» continua a crescere nonostante la crisi. Segno che i milanesi preferiscono i prodotti artigianali a quelli industriali. Certo, quest’anno i dolci tipici della tradizione meneghina si sono ristretti: la tendenza è comprare panettoni, sì artigianali, ma da 750 grammi, invece del formato da un chilo o, addirittura, da un chilo e mezzo. Il formato mini evidentemente piace, tanto che la richiesta è in continuo aumento. «A conti fatti però - si lamenta Fugazza - si lavora lo stesso quantitativo di impasto dello scorso anno, ma si vendono più panettoni di peso minore. Chiaro che così, per noi pasticcieri il guadagno è sensibilmente più basso visto che la lavorazione e il confezionamento rimangono uguali anche se il panettone pesa meno.
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