«Attenti, siamo ricchi» La minaccia ai prof finisce in tribunale

«Attenti, siamo ricchi» La minaccia ai prof finisce in tribunale

Adesso la telenovela del «Parini» finisce in Procura: e sarà interessante vedere come la magistratura si muoverà su un terreno impervio come quello dei metodi di insegnamento, dei voti alti e bassi, dei doveri degli studenti e dei loro diritti... Davide Cafiero, il docente di inglese accusato da alcuni genitori di essere eccessivamente autoritario, ha presentato denuncia alla polizia postale perché identifichi e persegua penalmente i responsabili delle lettere contro di lui pubblicate sul forum internet dei genitori del liceo classico di via Goito. Lettere che, al termine di una escalation polemica che va avanti dalla primavera scorsa, danno a Cafiero testualmente del «carnefice» e marchiano come «casta» i colleghi e i funzionari ministeriali che lo hanno difeso. Tra questi anche il preside Carlo Pedretti, che l’altro ieri ha manifestato vistosamente la sua vicinanza al prof sotto tiro, accompagnandolo a sporgere la denuncia.
A chiedere la testa di Cafiero, in un incontro con il preside, erano stati la presidente del consiglio d’istituto Raffella Castellani Fortuzzi, e un altro genitore, Arrigo Berenghi. Secondo la versione del docente contestato, la Castellani gli avrebbe prima detto «lei è di fatto un problema sia sul piano comportamentale sia su quello didattico e, quindi, sul modo in cui vengono condotte le lezioni»; poi per convincerlo a dimettersi avrebbe avuto frasi che sembrano sintetizzare l’atavica presunzione pariniana, «faccia molta attenzione perché tra i genitori del “Parini” ci sono giornalisti, avvocati, persone che hanno possibilità economiche». Sta di fatto, che al «Parini» arriva l’ispettore del ministero. Che però, dopo la sua visita, dà ragione in pieno al professore. Ma a quel punto la vicenda, invece che sopirsi, precipita e si ingarbuglia definitivamente.
Anche perchè l’ispettore ministeriale, Max Bruschi, non si limita a scrivere una lettera a Cafiero tessendo le sue lodi e dicendo che «sono stati in primo luogo gli studenti a confermarmi come Lei sia un docente rigoroso, esigente e disponibile»: ma invia anche una lettera al forum dei genitori, nella quale scrive che se avesse un figlio in età da liceo sarebbe ben lieto di mandarlo al «Parini», «pronto, naturalmente, ad accettarne l’eventuale fallimento scolastico». Sembra una frase innocente. Invece apriti cielo: uno dei genitori vi legge una frecciata velenosa nei suoi confronti, e reagisce a muso duro, scrivendo all’ispettore accusandolo di «tentare di introdurre, in via così indiretta e subdola, la circostanza che quello che scrivo sia perché mio figlio ha fallito al Parini». Insomma, un putiferio.
Nel frattempo il leader dei genitori arrabbiati rivela che «avendo un po' di esperienza, ho tenuto evidenza completa dei colloqui, tutti, telefonici e non, da me avuti con l'ispettore ministeriale», dà a Cafiero del «carnefice» e lo paragona al «professor Muscolo», il professore di latino del «Giornalino di Gian Burrasca», ovvero alla più classica macchietta del professore severo. A questo punto Cafiero decide di averne le tasche piene, e fa partire la denuncia.
Troppo duro, il professor Cafiero? No, secondo l’ispettore Braschi (che è anche consigliere del ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini) che scrive al docente «ritengo la Sua presenza al Parini qualificante».

Sì, secondo i genitori: che citano a riprova dell’inadeguatezza di Cafiero ricorda che quando il professore lasciò il «Leonardo da Vinci», ottantuno studenti aderirono a un gruppo su Facebook che ne «festeggiava la dipartita».

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