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Blitz e boicottaggi negli atenei: gli anti-Israele esportano il "modello Torino"

Ora l'obiettivo è quello di sistematizzare l'intolleranza: dopo i blitz a Bari e Torino, i collettivi puntano a sabotare il prossimo Senato accademico alla Bicocca di Milano e occupano il rettorato alla Sapienza

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Ora l'obiettivo è quello di sistematizzare l'intolleranza. Di alzare cioè la posta in gioco, esportando il "modello Torino" anche altrove. A cominciare da Milano. I collettivi rossi sono pronti a dare seguito alle loro azioni contro Israele negli atenei d'Italia: dopo aver messo sotto scacco il Senato accademico a Torino, gli universitari con la kefiah e il pugno chiuso sono pronti a replicare quel paradigma anche nel capoluogo lombardo. E si stanno organizzando affinché questo accada presto.

Cambiare Rotta, l'organizzazione giovanile comunista già al centro delle più recenti incursioni antisioniste, ha convocato per mercoledì 27 marzo un'assemblea alla Bicocca di Milano con l'annunciata partecipazione degli attivisti che a Torino hanno ingaggiato e vinto un braccio di ferro con le autorità accademiche. Il tutto, in vista del Senato accademico che il 3 aprile prossimo si riunirà nell'università milanese. Facilmente intuibile l'obiettivo del ritrovo, esplicitato peraltro senza giri di parole in un comunicato diffuso in rete dallo stesso collettivo.

"Dopo le recenti vittorie a Bari, dove gli studenti hanno ottenuto le dimissioni del rettore Bronzini dalla fondazione Med Or e la messa in discussione degli accordi con Israele, e a Torino, dove nella settimana dell'Israeli Apartheid Week gli studenti hanno ottenuto il blocco della partecipazione dell’UniTo al bando Maeci dell'accordo di cooperazione Italia-Israele, rilanciamo e rafforziamo il boicottaggio accademico anche in Bicocca", si legge nella convocazione lanciata sui social da Cambiare Rotta. Così, gli antagonisti si preparano a riprodurre le loro intemperanze anche in un'altra importante sede universitaria italiana, sempre con l'intento di spezzare le relazioni scientifiche tra gli atenei tricolori e quelli israeliani.

A ispirare questi deleteri progetti sono proprio i colpi di mano effettuati nelle scorse settimane ai danni di una maggioranza silenziosa che invece ritiene del tutto insensato assoggettare la cultura alla più ostinata delle ideologie. "Queste vittorie - recita ancora il comunicato online - costituiscono infatti un importante precedente, che ci indica la necessità di generalizzare la mobilitazione in ogni facoltà, in ogni ateneo, per rompere la complicità del nostro sistema universitario con la filiera della guerra e la propaganda filosionista e guerrafondaia". A Torino, il bersaglio dei collettivi era stato innanzitutto il rettore Stefano Geuna, a Milano invece gli antagonisti punteranno a fare pressioni sulla rettrice Giovanna Iannantuoni.

"In continuità con il confronto pubblico che abbiamo chiesto alla rettrice e presidentessa della Crui Giovanna Iannantuoni rispetto al ruolo che può svolgere l’università in un contesto internazionale segnato da venti di guerra, organizziamoci verso il Senato accademico del 3 aprile", si legge nell'appello agli attivisti anti-Israele. E nel medesimo comunicato vengono celebrate le gesta degli agit-prop torinesi: "hanno dimostrato che con la lotta e l’organizzazione è possibile inceppare i meccanismi di complicità con Israele". Intanto, nella giornata odierna, un gruppo di studenti appartenenti a diverse sigle ha occupato il rettorato dell'Università La Sapienza a Roma, con la richiesta di incontrare la rettrice Antonella Polimeni in vista del Senato accademico di domani. L'intenzione dei dimostranti, secondo quanto riferisce l'agenzia LaPresse, sarebbe quella di protrarre la mobilitazione sino alla suddetta assemblea.

Sbagliato dunque pensare che la mobilitazione antisionista e antisemita sia qualcosa di estemporaneo: come avevamo raccontato proprio su queste pagine, gli odiatori col pugno chiuso sono strutturati in una fitta rete disseminata in tutta Italia.

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