Calenda figura di palta, orrore su Giletti e Salvini: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: togliete Twitter al leader di Azione, il caso Giletti e Beatriz Flamini

Calenda figura di palta, orrore su Giletti e Salvini: quindi, oggi...
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- È seriamente urgente togliere Twitter a Carlo Calenda. Per il suo bene politico.

- Oggi in un profluvio di invettive contro Italia Viva e Matteo Renzi, Carletto si è reso evidentemente ridicolo. Anzi patetico. E non lo dico per simpatia nel confronti dell’ex premier né per antipatia verso Calenda. I fatti sono due: primo, alla fine della fiera, a furia di twittare e ritwittare con acrimonia, il pubblico si è convinto che il colpevole della fine del Partito Unico sia lui; secondo: in politica buttarla sul personale è sempre un errore, tremendo. Perché non si sa mai cosa riserverà il futuro. Se oggi accusi Renzi di andare a braccetto con “l’assassino di Kashoggi” o di aver preso soldi da “dittatori e autocrati stranieri”, come pensi che un giorno il rapporto possa ricomporsi. Vorrei ricordare a Carletto che per superare le soglie di sbarramento l'alleanza elettorale con IV serve eccome, o Azione rischia di sparire. Renzi sarà un traditore, uno di cui fidarsi poco, un intrallazzone. Ma Calenda di politica ne capisce veramente poco.

- C’è poi una cosa che occorre sottolineare. Se ti ergi a espressione di un movimento garantista, non puoi scrivere ciò che Calenda ha vergato su Twitter. State a sentire: “Nella vita professionale non ho mai ricevuto avvisi di garanzia/rinvii a giudizio/condanne pur avendo ruoli di responsabilità”. Una cosa del genere, ovvero rivendicare di non aver mai avuto a che fare con un magistrato per avvisi di garanzia o un processo, può farla Marco Travaglio. Non Calenda. Il garantismo è un valore assoluto, non s'indossa come un abito da sera usa e getta. Che figura barbina.

- Che i verbali dell’interrogatorio a Massimo Giletti siano finiti su Repubblica, pur non essendoci alcun avviso di conclusione indagini né niente, è una cosa orripilante. Ha ragione l’avvocato del Cav: è arrivato il momento di smetterla con questi processi che si fanno prima sui giornali e poi puntualmente vengono archiviati in aula. I processi passano, il fango rimane. E tutto per una foto di cui non si sa nulla e che, guarda il caso, spunta così dal nulla dopo 30 anni. Maddai…

- A Torino Comics è apparsa un’opera, se così si può chiamare, di un artista spagnolo in cui si vede Matteo Salvini che fa il saluto romano e un grosso pene che gli eiacula in faccia. L’arte è arte, ma questa roba è una schifezza. La prossima volta provate a metterci - chessò - Soumahoro e vediamo se passa così in cavalleria o se qualcuno si scandalizza.

- Mi spiegate per quale motivo Giorgia Meloni, nel 2023, dovrebbe andare in Etiopia a parlare del passato coloniale? Forse a Macron chiedete lo stesso quando va in Algeria? O a Re Carlo quando fa lo stesso nei vecchi territori dell’impero?

- Oggi la Polonia, grande alleata dell’Ucraina, ha vietato l’ingresso del grano di Kiev nel suo territorio. Il motivo? Lo spiega bene il leader del partito di governo, Jaroslaw Kaczynski: "È dovere di ogni Stato, di ogni autorità, di ogni buona autorità in ogni caso, proteggere gli interessi dei propri cittadini". Qualcuno dei nostri politici dovrebbe andare a prendere ripetizioni.

- Beatriz Flamini è stata per oltre 500 giorni in una grotta sotterranea, da sola. Ha letto, scritto, riletto, riscritto. Poi letto ancora e scritto di nuovo.

Dice di non essersi annoiata e che la più grande sorpresa al ritorno alla vita è stata quella di scoprire che Elisabetta II è morta. Dopo un periodo così lungo da sola non vorrei essere nel povero marito, se ce l’ha, che adesso se la ritrova di nuovo in casa. Scappa ragazzo mio, scappa.

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