Autovelox illegali, come capire se la tua multa è annullabile

Dal Piemonte all'Emilia, dalla Puglia alla Sicilia, dalla Basilicata alla Calabria, passando dal Veneto, la mappa dei dispositivi sequestrati

Autovelox illegali, come capire se la tua multa è annullabile
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Se hai preso una multa per eccesso di velocità questa potrebbe essere non valida. Dopo il caso autovelox sono tantissime le sanzioni amministrative che potrebbero essere eliminate. L'indagine della Polizia stradale di Cosenza ha messo sotto accusa il dispositivo per misurare la velocità T-EXSPEED v 2.0 in quanto non conforme agli standard richiesti. Il caso ha fatto scattare il sequestro in diverse città e comuni come Modena, Reggio Emilia, Vicenza, Venezia e molti altri. Ecco dove si trovano questi rilevatori di velocità e come verranno annullate le multe.

Cosa fare

Se è arrivata una multa da un autovelox che potrebbe non essere a norma ci sono alcuni accorgimenti da adottare. Secondo gli investigatori del caso in questione, persiste un effettivo rischio di danno erariale nel caso "di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici aditi riconoscono oltre l'annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese". A questo proposito sono diversi gli automobilisti pronti a chiedere un risarcimento. Bisogna però sapere che, come specificato dal Codacons, le multe elevate da apparecchi autovelox non a norma possono essere contestate salvo il caso in cui siano decorsi i termini oppure la sanzione non sia stata già pagata dagli automobilisti. Nell'ipotesi in cui ci sia ancora la possibiltà di contestare la sanzione al fine di verificare l'omologazione del dispositivo, bisogna presentare istanza d'accesso presso il Comune dove è installato l'apparecchio, ottenere gli atti e poi definire le specifiche tecniche sull'autovelox.

I territori coinvolti

In quanto ai territori coinvolti, sappiamo che l'indagine ha riguardato diverse zone del Belpaese. Stiamo parlando di una pluralità di regioni tra cui: Piemonte, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia, Basilicata, Calabria, passando dal Veneto. Le postazioni fisse per il rilevamento della velocità sia media che puntuale sono risultate illegali agli occhi delle forze dell'ordine in quanto non risultano essere conformi agli standard imposti per legge. È quindi scattato il sequestro in tante città, tra queste Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis. Considerando la regione Calabria, la zona interessata è la strada statale 107 Silana Crotonese che da Paola attraversa Cosenza e si incrocia con l'A2 autostrada del Mediterraneo e termina a Crotone. C'è poi la strada provinciale 234 e la statale 106 che collega tutta la costa ionica da Reggio Calabria a Taranto, sono quindi diversi i Comuni che vengono attraversati.

La questione

Sul caso ricordiamo che la sentenza della Cassazione ha evidenziato la necessità di aggiornare la normativa italiana riguardante gli autovelox. I giudici hanno dichiarato che le multe sono legittime solo se gli autovelox sono certificati secondo standard europei, ma attualmente tali standard non esistono. Al fine di rendere legittimi i rilevatori di velocità, è necessario ottenere un "doppio bollino". Innanzitutto è richiesta l'approvazione del prototipo secondo gli standard europei e poi l'omologazione, che consente di ottenere il rispetto di tutti i requisiti tecnici per la produzione in serie. La mancanza di questo doppio bollino sugli autovelox attuali ha sollevato problemi legati alla validità delle multe emesse.

Sul caso Giancarlo Baiano, dirigente della Polstrada di Cosenza, ha detto all'Ansa: "Gli accertamenti effettuati hanno consentito di appurare non solo la mancata omologazione ma anche l'assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate da tali sistemi, di proprietà di società private che vengono date in noleggio a enti locali". Inoltre "il prototipo depositato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è risultato differente dalla versione modificata che la società ha fornito, in un secondo momento, ai Comuni".

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