Catania, il nuovo volto dell’Etna Valley è “hi-tech”

Grazie a politiche mirate, al lavoro del sindaco Trantino e a nuovi investimenti, il territorio diventa un polo strategico europeo nel settore dei chip ad alte prestazioni e nel campo dell’energi

Enrico Trantino
Enrico Trantino
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Poco più di due anni da sindaco rappresentano un tempo sufficiente per delineare il profilo di un amministratore e per capire la direzione impressa a una città. Nel caso di Catania, con Enrico Trantino alla guida di Palazzo degli Elefanti, i primi ventisei mesi sono stati segnati da una linea netta e riconoscibile. Il primo terreno su cui Trantino ha misurato la sua azione amministrativa è stato quello del risanamento finanziario. Nel 2018 Catania era precipitata nel dissesto economico. Due anni dopo il suo insediamento, il sindaco rivendica risultati concreti: una lenta ma reale fuoriuscita dal dissesto, con conti più ordinati e una prospettiva di stabilità che mancava da tempo. Parallelamente, la città ha saputo intercettare risorse decisive: oltre 400 milioni di euro di investimenti infrastrutturali in corso di realizzazione con fondi del PNRR e della coesione europea. Interventi che riguardano scuole, strade, reti idriche, mobilità sostenibile, patrimonio culturale… Accanto a questi investimenti “classici”, l’aspetto forse più ambizioso della visione Trantino riguarda la trasformazione hi-tech dell'“Etna Valley”. Un progetto da cinque miliardi di euro prenderà corpo nel territorio catanese grazie al nuovo impianto integrato per semiconduttori che STMicroelectronics realizzerà nel sito esistente: il “Campus Sic”. Il piano, cofinanziato con risorse pubbliche per poco più di due miliardi prevede di coprire l’intero processo produttivo con l’obiettivo di rendere Catania un polo strategico europeo nel settore dei chip ad alte prestazioni. Si stimano circa 3000 nuove assunzioni di personale specializzato in Sicilia.

Nel campo dell’energia e della sostenibilità, Catania ha visto avanzare un’altra sfida industriale di portata europea: la Gigafactory 3SUN. Nella cosiddetta “Fabbrica del Sole”, Enel – con l’ausilio di fondi Ue – realizza un impianto da 3 GW annui di moduli fotovoltaici bifacciali ad altissima efficienza. Il progetto, con un investimento complessivo stimato intorno ai 600 milioni di euro (di cui quasi 118 milioni a carico dell’Unione europea), mira a trasformare Catania in uno dei principali poli europei della produzione solare avanzata.

Questi investimenti – nel campo dei semiconduttori e del fotovoltaico – non sono meri simboli: sono leve concrete per un salto di qualità infrastrutturale, industriale e occupazionale. In una città storicamente segnata da ritardi strutturali, la scommessa è che Catania possa rafforzarsi come snodo nazionale ed europeo della transizione verde e digitale, attraverso la valorizzazione dell’Etna Valley e del distretto tecnologico.

Ma il volto forse più noto e discusso di Trantino è quello del “sindaco sceriffo”, appellativo che a Catania è diventato quasi proverbiale. In città è famoso per spostarsi con lo scooter, senza scorta nonostante le minacce ricevute sui social. La sua azione di contrasto ai posteggiatori abusivi, al lavoro nero, al commercio irregolare e agli incivili che abbandonano rifiuti per strada lo ha reso un protagonista visibile e popolare, talvolta divisivo ma certamente capace di incidere. Allo stesso tempo, Trantino ha aperto cantieri di cambiamento nella vivibilità urbana, affrontando resistenze e critiche. Emblematiche le pedonalizzazioni del centro storico, con l’installazione di telecamere di sorveglianza e la chiusura effettiva di via Etnea alle auto, per la prima volta realmente restituita ai cittadini. Il capitolo della legalità è forse quello che più definisce il profilo del sindaco. Catania è una città segnata dalla presenza della criminalità organizzata, ma in questi due anni si è lavorato con determinazione a un piano di utilizzo dei beni confiscati alla mafia, tra i più avanzati in Italia.

Trantino non è soltanto un amministratore ma anche un simbolo di continuità familiare e politica. La recente scomparsa del padre Enzo, avvenuta lo scorso dicembre a 90 anni, ha riportato alla memoria una lunga storia di impegno politico e professionale che trova oggi nuova espressione nella figura del figlio.

La sua sindacatura, a metà strada tra fermezza e pragmatismo, intreccia radici profonde e sfide contemporanee: ridare stabilità ai conti, guidare la transizione hi-tech dell’Etna Valley, riaffermare il primato della legalità.


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