Quindi, oggi...

La coraggiosa frase di Meloni, i video hard del sindaco e Napolitano: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il premier e la gestione dell'immigrazione, i

La coraggiosa frase di Meloni, i video hard del sindaco e Napolitano: quindi, oggi...

Ascolta ora: "La coraggiosa frase di Meloni, i video hard del sindaco e Napolitano: quindi, oggi..."

La coraggiosa frase di Meloni, i video hard del sindaco e Napolitano: quindi, oggi...

00:00 / 00:00
100 %

- Giornata di quelle che danno non troppi spunti, anche a causa della morte di Giorgio Napolitano. I giornali sono tutti concentrati lì se si esclude il processo a Ciro Grillo. Commenti molto interessanti, quelli di oggi. I ricordi di Re Giorgio visto da destra e da sinistra li potremmo sintetizzare così: a sinistra lo elogiano non perché lo abbiamo veramente amato fino in fondo, ma perché politico di razza e comunque della loro parrocchietta di ex comunisti. A destra invece mal lo sopportano per il suo evidente, marchiano, eccessivo interventismo sulla politica spicciola dall’alto del Quirinale.

- Ogni volta che su questa rubrica scovo un refuso, penso che gli errori siano un fattore naturale del genere umano. Poi però penso che ci sono errori ed errori. Un medico che per colpa del mal di testa opera male un tizio a cuore aperto fa più danni di una virgola messa fuori posto. Un controllore dei voli italiani che si distrae può provocare un incidente catastrofico. Un capocantiere che non applica alla lettera le normative di sicurezza può uccidere, come abbiamo visto a Brandizzo. Per questo, quando leggo che lo scorso ottobre in 377 persone hanno rischiato la vita su due aerei vicini alla collisione per colpa di un cavetto inserito nel buco sbagliato, tutti i miei peggiori incubi tornano in superficie. Se può davvero bastare un cavetto a rischiare la pelle, salire su un aereo la prossima volta sarà decisamente più difficile.

- Il sistema giudiziario italiano è orripilante. State a sentire: Pietro Tidei, 77 anni, sindaco di Santa Marinella, sporge denuncia per un tentativo di corruzione. I magistrati piazzano le microspie in Municipio, lui non lo sa, e le telecamere riprendono il sindaco mentre consuma rapporti sessuali in ufficio. Tempo qualche mese e la storia arriva sui giornali, La Verità, visto che alcuni video degli atti sporcaccioni sarebbero pure circolati via chat. Ora, direte: come è possibile che da una indagine per corruzione si sia arrivati a far circolare video hard del sindaco? Facile: l’indagato ha chiesto gli atti depositati per impostare la Difesa, li ha ricevuti, e dentro i magistrati ci hanno infilato pure quelli zozzoni. Cosa c’entrano con l’indagine? Nulla. Dovevano diventare di dominio pubblico? No. Eppure è successo, anche se ora - a scoppio ritardato - la Procura ha sequestrato i video perché “irrilevanti”. Domanda: non potevano pensarci prima di infilarli nel fascicolo da dare alla difesa? Chi ridarà al sindaco la tranquillità perduta?

- Giorgia Meloni al Tg1 fa un’ammissione importante, e devo dire politicamente onesta. "Speravo meglio sull'immigrazione. Abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo di vedere. È un problema molto complesso, ma sono certa che ne verremo a capo. Ma questo tema merita una seconda fase”. Tradotto: caro Piantedosi, così non va. Ma anche: cara Europa, non ci stai aiutando abbastanza. Ma pure: cara me stessa, forse è il caso che ci metta più concentrazione. Su questa rubrica lo diciamo da tempo: il governo di centrodestra è andato al voto promettendo riduzione delle tasse, meno chiusure Covid e soprattutto sicurezza e gestione dell’immigrazione. Non può fallire. Ora attendiamo la “seconda fase”.

- I motivi dei risultati mancati sono innumerevoli: il caos in Tunisia, le difficoltà sul grano a causa della guerra, le prossime elezioni europee, il timore di finire come Salvini di fronte a un giudice. Ma purtroppo non ci possono essere scuse: o il problema lo risolvi, oppure alle urne rischi grosso.

- Sull’invasione dell’Ungheria da parte dell’Urss, e sulle parole di Napolitano che la definì un “contributo alla pace nel mondo”, i media amici hanno un po’ glissato. Repubblica nel suo articolo per spiegare “cosa accadde” rifila solo alla fine il fatto che Re Giorgio ci mise 50 anni, dicasi 50 anni, per ritrattare quelle ignobili parole.

Pensate cosa scriverebbe oggi lo stesso quotidiano se un leader di centrodestra dicesse che "l'operazione speciale" di Putin un "elemento di "stabilizzazione internazionale" che dà un "contributo alla pace nel mondo".

Commenti