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"Criticità per i bimbi cresciuti nel bosco, Ma l’allontanamento non è giustificato"

Il giudice sentirà i fratellini senza genitori. La presidente della commissione Infanzia Maria Vittoria Brambilla: "Accertare violazioni"

"Criticità per i bimbi cresciuti nel bosco, Ma l’allontanamento non è giustificato"
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Il Tribunale vuole sentire di nuovo i bambini del bosco. Questa volta da soli, senza mamma e papà. Per farli parlare liberamente della loro vita nel casolare di Palmoli, senza elettricità né acqua corrente, niente scuola e zero amichetti. Nel provvedimento con cui tre giorni fa la Corte d’Appello dell'Aquila ha respinto il ricorso della coppia anglo-australiana a cui sono stati sottratti i tre figli contro l’ordinanza di sospensione della responsabilità genitoriale, i giudici scrivono che «l’ascolto dei minori dovrà essere rinnovato con la partecipazione di un interprete e all’esito della maturazione delle condizioni che consentano ai minori di esprimersi liberamente al riparo da potenziali condizionamenti dei genitori o delle altre controparti ». Ora i fratellini sono in una casa famiglia dove la mamma può vederli in alcuni momenti nella giornata, mentre il papà li aspetta nel nuovo casolare. La Corte non ritiene l’audizione «un atto istruttorio», ma un «diritto del minore attraverso il quale è assicurata la libertà di autodeterminarsi e di esprimere la propria opinione». Per quanto i giudici ritengano che ci siano stati «sforzi di collaborazione», restano criticità non superate come la «deprivazione della socialità» e la «mancanza di cure». Tanto che, viene sottolineato che una delle bambine aveva «una bronchite acuta con broncospasmo non segnalata e non curata dai genitori». Della vicenda si sta occupando anche Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.

I giudici ritengono che ci siano delle criticità non superate e sussistano gravi rischi per la salute fisica e psichica dei minori. La ritiene una forzatura?

«È evidente che c’erano criticità, anche importanti, ma non tali da giustificare l’allontanamento: un trauma segnerà per sempre questi bambini. La situazione non richiedeva l’extrema ratio che un provvedimento del genere rappresenta. Le criticità si potevano superare senza arrivare a tanto».

L’allontanamento dunque non era necessario? Adesso è emerso che una delle bimbe aveva una bronchite acuta non segnalata...

«È sicuramente un fatto grave. Oggettivamente in questa vicenda c’è stata anche una mancanza di collaborazione, almeno nella prima fase, da parte dei genitori, un irrigidimento che non ha giovato a nessuno».

Il Tribunale vuole risentire i fratellini senza condizionamenti. Un passaggio necessario?

«Se eseguito correttamente l’ascolto dei bambini fornirà elementi di conoscenza di cui tenere conto. Però se si allegano “condizionamenti” da parte dei genitori, vuol dire che il primo ascolto non è stato fatto in modo da escluderli. L’ascolto è un passaggio obbligatorio per garantire appieno il diritto dei minori, ma moltissimo dipende dalle modalità con cui si procede».

Lei ha criticato le modalità traumatiche del provvedimento di allontanamento, si potevano seguire altre strade?

«Ho richiamato in generale l’attenzione sul fatto che, nell’esecuzione di provvedimenti di allontanamento, servizi sociali e sanitari devono elaborare congiuntamente e condividere con la magistratura una procedura che preveda una fase di preparazione, che gli operatori incaricati di eseguire materialmente il provvedimento devono essere specializzati e agire con approccio interdisciplinare, che la forza pubblica non deve operare in uniforme e devono comunque essere scelti modi e luoghi tali da rendere l’evento meno traumatico possibile ».

Cosa chiede nell’interrogazione che ha presentato?

«Se il ministro della Giustizia intenda valutare la sussistenza dei presupposti per l'esercizio dei poteri ispettivi con riferimento agli uffici giudiziari che hanno disposto gli allontanamenti e se siano in corso verifiche sulle modalità operative adottate».

Cosa è mancato in tutta queste vicenda?

«Più di tutto il dialogo».

Sono state commesse violazioni?

«È quello che è necessario accertare.

Credo che con l’ordinanza di rigetto e con quella che ha sospeso la potestà genitoriale non sia stata fatta giustizia. Trovo inaccettabile che i bambini debbano passare il Natale lontano dalla loro casa, dal loro papà e dai loro animali».

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