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Dario Vitale lascia Versace: l’addio arriva a pochi giorni dall'acquisizione di Prada

La sua uscita, confermata da WWD, arriva dopo poco il completamento dell’acquisizione della maison da parte del gruppo Prada, alimentando interrogativi sulle reali motivazioni della separazione

Dario Vitale lascia Versace: l’addio arriva a pochi giorni dall'acquisizione di Prada
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A meno di un anno dalla sua nomina, la collaborazione tra Dario Vitale e Versace si conclude bruscamente. Il designer campano, scelto lo scorso marzo come nuovo direttore creativo della maison e operativo dal primo aprile, lascia il suo incarico a soli otto mesi dall’arrivo e dopo aver firmato una sola collezione. A diffondere la notizia è stato Women’s Wear Daily, confermato poi dall’azienda, anche se al momento non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale più dettagliata.

La tempistica non passa inosservata: l’uscita di Vitale arriva infatti appena due giorni dopo la chiusura definitiva dell’acquisizione di Versace da parte del gruppo Prada, operazione annunciata in primavera e perfezionata il 2 dicembre. Una coincidenza che diversi osservatori del settore non hanno potuto ignorare, collocando la decisione all’interno della nuova fase di riorganizzazione del marchio della Medusa.

Un incarico breve e complesso

La parentesi di Vitale a Versace è stata tanto rapida quanto intensa. Proveniente da Miu Miu, dove aveva ricoperto ruoli chiave nel design e aveva guadagnato la fiducia di Miuccia Prada, il creativo era diventato il primo stilista non appartenente alla famiglia Versace a guidare la direzione creativa della maison. Una responsabilità importante, che rappresentava un passaggio storico per un brand profondamente legato alla tradizione familiare.

Il suo debutto avviene alla Milano Fashion Week dello scorso settembre, quando presenta la collezione Primavera-Estate 2026 negli spazi della Pinacoteca Ambrosiana. Un’esplorazione estetica che richiama l’immaginario più classico del marchio e pesca nell’edonismo anni Ottanta e nell’eredità di Gianni Versace, pur distanziandosi dall’impronta lasciata da Donatella negli ultimi vent’anni. Lo show viene accolto con curiosità e attenzione, ma anche con alcune riserve, soprattutto per l’assenza di quei codici iperfemminili e notturni che hanno reso celebre la maison.

Le ragioni dell’addio

Sulle motivazioni della separazione regna ancora l’incertezza. Secondo quanto riportato da WWD, alcune fonti interne avrebbero suggerito che Vitale stesse già valutando un futuro lontano dal gruppo Prada, e che l’ingresso del marchio sotto la nuova proprietà non rientrasse nei suoi piani. Una posizione confermata, almeno in parte, dalle parole dell’amministratore delegato del gruppo Prada, Andrea Guerra, che ha sottolineato come l’arrivo dello stilista in Versace non fosse collegato all’acquisizione.

La decisione appare comunque come una scelta congiunta tra lo stilista e la maison, e dovrebbe diventare effettiva il 12 dicembre. Un epilogo rapido, che si inserisce in un contesto di grande movimento nel settore e in un momento cruciale per Versace, ora sotto una nuova governance. Con il closing dell’operazione, infatti, si avvia un nuovo corso che vede Lorenzo Bertelli, figlio di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, destinato al ruolo di presidente esecutivo del marchio.

Un futuro da riscrivere

Nonostante la durata ridotta, la presenza di Vitale ha contribuito a mantenere alta l’attenzione attorno a Versace, complici alcuni episodi mediatici come il “caso” del look condiviso da Julia Roberts e Amanda Seyfried alla Mostra del Cinema di Venezia. Sui social, fino a poche ore prima della notizia dell’addio, il designer condivideva immagini legate alla campagna della maison, lasciando presagire un lavoro ancora in corso.

Il suo percorso professionale, iniziato dopo gli studi all’Istituto Marangoni e proseguito tra Dsquared2, Bottega Veneta e Miu Miu, lo hanno portato a un ruolo di vertice in una delle case di moda più iconiche al mondo. Ora resta da capire quali saranno i prossimi passi per il designer e, parallelamente, chi raccoglierà il suo testimone alla guida creativa della Medusa.

Quel che è certo è che l’uscita di Vitale

rappresenta un nuovo capitolo nel continuo rimescolamento delle figure chiave della moda globale, e apre un’altra fase di transizione per un brand che, ancora una volta, si trova a ridefinire la propria identità.

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