"Diffamò Icardi, Nara e Brozovic". Confermata la condanna a Fabrizio Corona

La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna per diffamazione aggravata a Fabrizio Corona, per aver diffuso nel 2019 una falsa notizia su un presunto tradimento tra Wanda Nara e Marcelo Brozovic ai danni di Mauro Icardi

"Diffamò Icardi, Nara e Brozovic". Confermata la condanna a Fabrizio Corona
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La terza sezione della Corte d’Appello di Milano ha confermato oggi la condanna per diffamazione aggravata nei confronti di Fabrizio Corona, ex agente fotografico e figura nota del gossip italiano, accusato di aver diffuso notizie false e lesive della reputazione di Wanda Nara, Mauro Icardi e Marcelo Brozovic. La sentenza ribadisce quanto già deciso nel primo grado di giudizio, chiuso nel febbraio 2024, quando Corona era stato ritenuto colpevole di aver pubblicato contenuti diffamatori sul proprio sito "King Corona Magazine".

L’articolo incriminato

Al centro del procedimento legale c’è un articolo risalente al 2019, dal titolo: "Mauro Icardi divorzia da sua moglie – Wanda Nara ha tradito il suo compagno con Marcelo Brozovic". Secondo il Tribunale, si trattava di una notizia del tutto infondata, pubblicata con intento lesivo nei confronti dei protagonisti, tutti allora legati all’ambiente dell’Inter: Mauro Icardi, ex capitano della squadra nerazzurra, Wanda Nara, sua ex moglie, procuratrice e figura pubblica di rilievo, e Marcelo Brozovic, all’epoca centrocampista titolare dell’Inter.

Le richieste della Procura e l’opposizione dell’avvocato di Brozovic

L’inchiesta aveva inizialmente rischiato di non vedere la luce: la Procura di Milano aveva infatti chiesto l’archiviazione del caso, ritenendo insufficienti gli elementi per procedere. Tuttavia, l’avvocato Danilo Buongiorno, legale di Brozovic e parte civile nel processo, si era opposto alla richiesta, ottenendo un rinvio a giudizio grazie alla decisione favorevole del giudice per le indagini preliminari. Il processo si è quindi svolto regolarmente, portando alla condanna di Corona.

Le condanne e i risarcimenti

Nel processo di primo grado, la giudice Angela Scalise della quarta sezione penale del Tribunale di Milano aveva condannato Corona a una multa di 1.500 euro. Inoltre, aveva disposto risarcimenti immediatamente esecutivi per le parti offese: 7.500 euro ciascuno a Wanda Nara e Mauro Icardi; 5.000 euro a Marcelo Brozovic.

Oltre a queste provvisionali (ossia somme stabilite in via anticipata), la quantificazione complessiva del danno non patrimoniale sarà definita in un separato giudizio civile. La natura del danno è infatti legata alla lesione della reputazione e all’esposizione mediatica subita a causa della pubblicazione.

La sentenza d’appello

Oggi la Corte d’Appello ha confermato integralmente la condanna, accogliendo anche le richieste della Procura generale, che si è schierata a favore della conferma del verdetto di primo grado. La posizione di Corona non cambia dunque, e l’ex “re dei paparazzi” dovrà affrontare sia le conseguenze penali che civili della vicenda.

Un caso che riapre il dibattito su fake news e privacy

Il caso solleva nuovamente il tema dell’uso improprio delle piattaforme online e del confine tra libertà di stampa e diritto alla reputazione. In un’epoca in cui le notizie, vere o false, viaggiano rapidamente sui social e sui siti web, la giurisprudenza si trova spesso chiamata a intervenire per tutelare le persone da contenuti diffamatori.

Fabrizio Corona, che negli anni ha più volte avuto problemi giudiziari, si è spesso difeso invocando la libertà d’informazione, ma i giudici hanno valutato l’articolo del 2019 come un contenuto diffamatorio, privo di fondamento, pubblicato con dolo e con intento lesivo.

La conferma della condanna per diffamazione rappresenta un punto fermo in una vicenda che ha fatto molto discutere.

Icardi, Nara e Brozovic, al centro del gossip e di vicende mediatiche per anni, ottengono ora una forma di giustizia per una notizia falsa che aveva fatto il giro del web. Corona si trova invece ora a dover rispondere delle sue azioni davanti alla legge.

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