
Portare un sorriso nelle corsie degli ospedali è difficile ma lo è ancora di più quando le corsie sono quelle dei reparti pediatrici di lungo degenza. "Non è un salvavita, ma per me il sorriso di un bambino è la cosa più grande che ci possa essere essere perché un bambino è di tutti. Non ci sono i bambini di Gaza, i bambini di Israele i bambini russi, i bambini ucraini, ci sono i bambini di tutti", così "Dottor Sorpresa" al secolo Dario Cirrone, racconta a il Giornale la sua "missione" speciale.
Una missione che dura da 30 anni, portata avanti con la sua associazione Ansabbio OdV, che ha dato vita al progetto Startherapy, basato sulla convinzione che l’incontro tra una star e un bambino malato possa diventare una vera e propria "terapia dello stupore e del sorriso". L'idea è semplice, ma al tempo stesso potente: cantanti, calciatori e personaggi del mondo dello spettacolo che si trasformano in "dottori speciali" per un giorno, portando gioia e leggerezza laddove dominano la paura e l'ansia, facendo dimenticare ai piccoli, anche solo per una mezza giornata, dove si trovano. "Quando il bambino e il ragazzo incontrano un personaggio famoso", spiega Cirrone, "questi si alzano dal letto e nei giorni successivi non parlano d'altro". Dietro questa reazione, ha spiegato Cirrone, c'è un riscontro scientifico: studi condotti in collaborazione con professori universitari hanno dimostrato che l'emozione dell'incontro alza i livelli di dopamina e serotonina, mentre abbassa il cortisolo, l'ormone dello stress. Questo aumenta le difese immunitarie e la soglia del dolore, rendendo l'esperienza ospedaliera meno traumatica e più sopportabile.
Il progetto si basa sulla generosità, che non è quella economica, perché agli artisti viene chiesto solamente di concedere qualche ora del loro tempo. E sono tanti quelli che negli anni hanno aderito all'iniziativa, da Gianni Morandi a Lucio Dalla e Claudia Cardinale, passando per Vasco Rossi, che sarà in corsia anche nei prossimi giorni, "ambasciatore" fedele del progetto da trent'anni, un modello che Cirrone spera possa ispirare anche le nuove generazioni di artisti. "Non avere tempo per fare queste cose vuol dire che abbiamo perso tutti", dice il dottor Sorpresa, con una punta di tristezza al pensiero che ci possa essere qualcuno che, per mille motivi, non offre la propria disponibilità. Eppure, spiega Cirrone, la missione di Ansabbio non è a senso unico, perché se da un lato i bambini ricevono un dono inestimabile di gioia, dall'altro gli artisti vivono un'esperienza che li arricchisce profondamente. "Ci si arricchisce spiritualmente, ci si eleva", conclude Cirrone, spiegando che l'amore incondizionato che solo un bambino sa dare è una ricompensa spirituale che riempie il cuore. "Mi sarebbe piaciuto molto conoscere Silvio Berlusconi, perché sicuramente avrebbe capito il senso di questo progetto", dice ancora il Dottor Sorpresa. Un pensiero che testimonia la fatica di far comprendere la delicatezza e l'importanza della Startherapy, che non si ferma davanti a nessun "muretto" pur di portare avanti la sua missione.
La Startherapy, ovviamente, non vuole sostituirsi alla medicina tradizionale, perché agisce come un prezioso supporto psicologico, facendo in modo che un luogo di cura si trasformi, per un attimo, in un luogo di passaggio verso la guarigione.
Gli "ansabbiotti", volontari travestiti personaggi fiabeschi, tutti i mercoledì e sabati portano gioia e serenità in corsia dispensando sorrisi a grandi e piccini, offrendo il proprio tempo e le proprie energie per una causa superiore.