
Negli ultimi anni sempre più pensionati italiani hanno scelto di trasferirsi all’estero alla ricerca di una qualità della vita migliore e, soprattutto, di una maggiore convenienza fiscale. I dati INPS aggiornati al 2023 confermano una tendenza ormai consolidata, ma con alcune novità che ridisegnano la classifica dei Paesi più gettonati.
Spagna al primo posto: mix perfetto tra clima, tasse e vicinanza
Con 536 nuovi trasferimenti nel 2023 – in aumento rispetto ai 451 del 2022 – la Spagna si conferma la meta preferita dai pensionati italiani. Il motivo? Una combinazione di fattori vincenti: il basso costo della vita, un clima mite, una forte affinità culturale e un regime fiscale agevolato per i redditi da fonte estera. Il sistema fiscale spagnolo prevede detrazioni fino a 6.500 euro per gli over 65 (e fino a 7.000 euro per chi ha più di 75 anni), e aliquote generalmente più basse rispetto all’Italia. Non a caso, dal 2019 al 2023, ben 2.300 pensionati italiani hanno scelto di stabilirsi nel Paese iberico, superando il Portogallo. L’INPS ha erogato 147,3 milioni di euro in pensioni nel 2023 in Spagna, con un assegno medio mensile di 1.339 euro.
Tunisia: il paradiso dei pensionati pubblici
La sorpresa degli ultimi anni è la Tunisia, e in particolare Hammamet, divenuta un vero e proprio polo per i pensionati italiani, specialmente quelli del settore pubblico. Qui risiede una comunità di circa 4.000 italiani, che rappresentano l’8% della popolazione locale. Il vantaggio principale è fiscale: l’80% del reddito da pensione è esente da tasse, e il restante è tassato con aliquote comprese tra lo 0% e il 35%. Un trattamento particolarmente favorevole per gli ex dipendenti statali, categoria che altrove non gode di simili agevolazioni. Nel 2023, l’INPS ha pagato 87 milioni di euro in pensioni in Tunisia, con un assegno medio mensile di 3.564 euro.
Romania e Albania: mete emergenti in forte crescita
Tra le mete in ascesa compaiono Romania e Albania, due Paesi che combinano fiscalità vantaggiosa e bassi costi di vita. In Romania, i pensionati italiani possono ricevere l’assegno lordo grazie agli accordi bilaterali, e il reddito viene tassato con un’aliquota flat del 10%. Tra il 2019 e il 2023, si sono trasferiti in Romania circa 500 pensionati italiani, e solo nel 2023 se ne contano più di 100. L’Albania, invece, è l’unico Paese dell’area balcanica a offrire un’esenzione totale delle imposte sulla pensione estera. La misura, introdotta nel 2021, ha prodotto i primi effetti già nel 2022. Nel 2023 l’INPS ha erogato 13 milioni di euro in pensioni in Albania, con un assegno medio mensile di 2.348 euro.
Portogallo in ritirata: fine degli incentivi
Fino a pochi anni fa, il Portogallo era la meta più ambita dai pensionati italiani, grazie al famoso regime fiscale per residenti non abituali, che garantiva dieci anni di esenzione dalle imposte. Tuttavia, questo incentivo è stato ufficialmente abolito nel 2024. I dati INPS parlano chiaro: dal 2019 al 2023 i trasferimenti dall’Italia verso il Portogallo sono calati dell’83,7%. Nonostante ciò, il Paese lusitano continua a figurare tra i primi per importi totali erogati, con 157,4 milioni di euro pagati nel 2023 e un assegno medio mensile di oltre 3.600 euro. Tuttavia, per i soli nuovi arrivati nel 2023, l’importo scende a 2,2 milioni, con assegni medi da 2.631 euro.
Le altre mete: numeri marginali
Altri Paesi come Grecia, Cipro, Malta e Slovacchia attirano ancora pochissimi pensionati italiani. Nel 2023, i trasferimenti sono stati appena 37 in Grecia, 3 a Cipro, 11 a Malta e 10 in Slovacchia. La geografia dei pensionati italiani all’estero è dunque in evoluzione. La Spagna guida saldamente la classifica grazie a un mix ben calibrato di convenienza fiscale, qualità della vita e vicinanza con l’Italia. Il boom della Tunisia è legato soprattutto alle esigenze dei dipendenti pubblici, mentre Albania e Romania si candidano come nuove frontiere di una “silver migration” sempre più attenta al portafoglio.
Il Portogallo, un tempo terra promessa, perde slancio, ma mantiene ancora una forte presenza grazie ai trasferimenti passati. La scelta del Paese in cui vivere la pensione è oggi sempre più strategica e personale, tra fiscalità, servizi, clima e comunità italiane già consolidate.