Fabio Fazio va in pensione, quante lacrime Meloni e Cuperlo: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la corsa alla segreteria del Pd, l'intervista a Fabio Fazio e la spia tedesca

Fabio Fazio va in pensione, quante lacrime Meloni e Cuperlo: quindi, oggi...
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- Diciamolo subito: abbiamo vissuto giornate più frizzanti di questa.

- Erdogan ci fa la morale sui migranti, accusandoci di creare dei “muri” contro siriani, iracheni e africani mentre accogliamo i membri del Pkk curdo o i golpisti anti Sultano. Ok, va bene. Magari sarà anche vero. Però ti ricordo che per erigere quei muri la signora Merkel e l’Europa ti hanno versato qualcosa come 6 miliardi di euro. Non mi pare che ti abbiano fatto schifo.

- C’è questa storia molto interessante di un agente dei servizi segreti esteri tedeschi che sarebbe stato in combutta con Mosca. Lo 007 avrebbe passato segreti di Stato della Germania all’intelligence russa, il tutto dall’interno dello spionaggio di Berlino. Il sospettato infatti era un caposezione nel settore ricognizione tecnica con l’accesso alle intercettazioni di comunicazioni su scala globale. Mica poco. In sostanza l’operazione riguarda non solo la Germania, ma anche noi. Il “traditore” infatti potrebbe aver avuto accesso anche a dati e informazioni raccolti da Paesi partner del suo Paese, compresi noi.

- Gianni Cuperlo si candida alla segreteria del Pd. Lui ha scelto il giorno giusto per annunciarlo, visto che oggi non è successo praticamente nulla di veramente interessante e domani i giornali si dedicheranno a lui. Però la cosa non mi sembra che cambierà le sorti di questo benedetto Paese. Gianni è persona a modo, dice cose sensate, è colto, però lo ha già dimostrato: non ha la stoffa per fare il leader, come non la avevano Enrico Letta o Nicola Zingaretti. Al Pd serve altro, forse Bonaccini potrà donare un po’ di brio. Certo non si rianima un morto con Cuperlo.

- Piangere di fronte alla Comunità ebraica va bene. Versare qualche lacrima e commuoversi alla vista della bandiera italiana in Iraq pure. Occhio però Giorgia: senza esagerare, o ti piglieranno per frignona.

- Che barba Fabio Fazio. Nell’intervista gli chiedono: “Cosa voleva fare da grande?”. E lui: “Il giornalista”. Quindi c’è riuscito? Non proprio, perché “nella mia testa il giornalista vero è ancora quello che passa le ore in redazione o per strada a cercare le notizie”. Vabbè: sei il conduttore, autore e tutto il resto di un programma televisivo di punta della Rai e non sarebbe giornalismo?

- Parlando della moglie di Fazio, la giornalista del Corsera chiede: “Le ha mai detto ti amo?”. Ma che domanda è?

- Poi però Fabio Fazio ci dà una notizia: tra due anni, se passa la riforma di Quota 103, lui se ne va in pensione. “Eh cara mia, ho quasi sessant’anni, lavoro da 40. Ho fatto tanto, ho visto tanto, ho una bellissima famiglia. La pensione non mi spaventa”. Visti i dissapori del passato, sarebbe una cosa meravigliosa se Fazio se ne andasse in pensione “grazie” alla norma approvata dal centrodestra. Fossi in Salvini e Meloni affretterei le operazioni: Quota 103 e Fazio out, due piccioni con una fava.

- Sul Mes inutile entrare nel merito del dibattito. Chi scrive non è così contrario alla misura a prescindere. Però a FdI una cosa andrebbe detta: non puoi denunciare per anni il rischio che ci arrivi la Troika in casa in caso di ratifica della riforma, e poi quando sei al governo non fai le barricate. Ieri Meloni ha sostanzialmente detto: ci penserà il Parlamento, ma non possiamo non ratificarlo o blocchiamo tutti gli altri Stati. Per poi aggiungere quella promessa del "sangue": finché governo io, comunque non lo useremo. Non funziona così, però, cara Giorgia. Sapete perché? Perché Meloni, che il Mes non lo voleva a nessun costo, può impegnarsi al massimo per i prossimi cinque anni. Una volta "armato" il bazooka, tuttavia, potrà essere usato dal prossimo governo, magaridi centrosinistra. Non è che poi, tornati all'opposizione, ritroveremo di nuovo FdI a urlare contro il Mes?

- Putin per la prima volta usa la parola "guerra" e non "operazione speciale", aggiungendo che "prima finisce meglio è". Lapsusi o segnale? Intanto secondo i media americani, Volodymyr Zelensky starebbe preparando un piano di pace che potrebbe presentare il 24 febbraio.

Ovviamente si tratta di un inizio e nel documento, con ogni probabilità, ci saranno richieste territoriali molto pesanti verso la Russia. Per questo, da oggi fino a quel giorno, è possibile che i combattimenti continuino: l'idea di Kiev è di arrivare ad un possibile negoziato incassando qualche vittoria sul campo. Vedremo.

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