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Famiglia del bosco, Natale solo per 2 ore

È il tempo dato ai Trevallion per festeggiare insieme: nuove verifiche entro aprile

Famiglia del bosco, Natale solo per 2 ore
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Tutti ci hanno sperato fino all'ultimo ma la storia di Natale non ci sarà. O meglio, ci sarà per due ore e mezza esatte, non un minuto di più, percarità. Questo è il tempo concesso a papà Nathan per trascorrere il 25 dicembre con la moglie Catherine e i figli. Meno di quanto una famiglia media italiana ci metterà per passare dall'antipasto al panettone. Di più sarebbe stato così compromettente? O psichicamente dannoso? Papà Nathan si presenterà alla casa famiglia alle 10 e dovrà lasciarla alle 12,30. Punto. Nemmeno Frank Capra avrebbe smorzato il lieto fine del film di Natale con un'amarezza tale. E, per inciso: anche una sua storia dura più del tempo concesso alla famiglia Trevallion.

«Per il resto non c'è niente da dire - spiega il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli - c'è solo da attendere l'esito della consulenza tecnica d'ufficio disposta dal Tribunale per i minorenni».

In ballo c'è molto di più di un pomeriggio di Natale assieme, c'è tutto il prossimo anno. Con il rischio che i bambini restino lontani dai genitori. Di fatto tutto quello che è stato detto finora (la casa, la scuola, la socializzazione) slitta in secondo piano e la parola passa a psichiatri e psicologi che dovranno decretare se i coniugi Trevallion sono in grado di fare il papà e la mamma. Lui che passa tutto il giorno in mezzo ai suoi animali, lei, lontana mille miglia dalla classica mamma italiana tutta «non sporcarti i pantaloni», «fai lo zaino». Ma pur sempre mamma.

I legali della famiglia contestano il modo «scellerato» in cui è stata descritta la famiglia del bosco. «L'invito ad abbassare i toni e attenersi a fatti veritieri appare un'utopica chimera - dichiarano gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas - che si staglia con alcune informazioni scellerate scientemente alimentate per tratteggiare l'idea della famiglia selvaggia approdata sul pianeta Terra. A chi fa comodo alimentare questa grottesca rappresentazione?».

Gli avvocati contestano le informazioni diffuse sui tre bambini, fatti passare come tre disadattati, quando invece numerose fotografie li ritrarrebbero assieme ad altri bambini della loro età e inseriti senza problemi. «Quei documenti fotografici - sostengono gli avvocati - smentiscono la ritrosia lamentata e l'isolamento dedotti». E supererebbero quanto scritto nell'ordinanza dell'11 dicembre.

«Sottoporre i coniugi Trevallion a perizia psichiatrica rischia di umiliare mediaticamente questa famiglia» è intervenuto il portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, Jacopo Coghe. «Già dalle relazioni della curatrice speciale, infatti, non sarebbero emerse evidenze di incapacità psichica o disturbi mentali, ma anzi sono stati evidenziati progressi familiari, inclusi adeguamenti abitativi, iscrizione scolastica e vaccini completati, che andrebbero quindi a risolvere i motivi dell'iniziale allontanamento dei figli. Quindi perché ora accanirsi così sui genitori? - prosegue Coghe - Disporre questa perizia sembra quasi un modo per ritardare il ricongiungimento e patologizzare uno stile di vita alternativo, ignorando il diritto alla libertà educativa dei genitori». Per appurare i danni di una vita nel bosco senza scuola, recita di fine anno e cambio biancheria quotidiano, i tre bambini verranno passati ai raggi X, ascoltati senza la presenza dei loro genitori. Nel frattempo, spetterà al tutore individuare le modalità con cui organizzare la quotidianità dei bambini, inclusa l'istruzione.

«Il tutore dovrà decidere spiega il sindaco di Palmoli come organizzare le attività dei bambini, tra cui l'istruzione». Dalla tutrice e dalla curatrice nominate dal Tribunale per i minorenni dell'Aquila, non arrivano commenti ufficiali.

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