Quindi, oggi...

Il furbo trucchetto di Draghi, vietato dire "nonno" e il tacchino Rai: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'indagine su Madame per il green pass, il pezzo su Gesù della Murgia e Gianni Cuperlo

Il furbo trucchetto di Draghi, vietato dire "nonno" e il tacchino Rai: quindi, oggi...

- Partiamo dal tacchino di Saxa Rubra. Io veramente queste cose non so come commentarle, però non posso esimermi. Vi racconto. Alla mensa di via Mazzini si presenta tal Riccardo Laganà, membro del Cda e attivista animalista, il quale vede un bel tacchino arrosto adagiato su un letto di insalata e non ci vede più: scatta la foto e la pubblica sui social. Col seguente commento: Presso mensa Rai di Saxa Rubra si torna al medioevo nel nome del rispetto di sedicenti ‘tradizioni’. “Il dileggio di un corpo che voleva vivere crea disagio e offende sempre più persone. Nel 2023 occorre rispetto per gli animali, ambiente e le sensibilità di chi non mangia animali”. Cioè: un tacchino al forno sarebbe “medievale” perché “dileggia un corpo che voleva vivere” ma soprattutto “offende sempre più persone”. Offende, capito? Un tacchino arrosto! Ognuno fa le battaglie che desidera, però ci vuole anche un po’ di contegno. Mia nonna tirava il collo ai polli, li spennava e li cacciava in forno: era così medievale?

- Scrive Paolo Manzo nella sua rubrica che all’Università di Stanford hanno deciso di “eliminare il linguaggio dannoso” e di sostituire alcune parole ritenute ormai pericolose dal politicamente corretto. Tra queste c’è ovviamente “immigrato”, che sa di razzista becero e squadrista. Ma soprattutto anche “nonno”, che andrebbe sostituito con “legacy”, ovvero eredità. Una tale idiozia, che fa venire voglia di chiedere a un asteroide di distruggere questo benedetto pianeta.

- L’unica notizia di giornata in pratica è Mario Draghi che concede una intervista al Corriere della Sera. Dice tante cose, alcune neppure così vere. Una su tutte: Supermario sostiene che sarebbe volentieri rimasto al governo di questo Paese. Insomma, qualche dubbio lo abbiamo. È lui o non è lui il signore che tentò lo scorso gennaio di salire al Quirinale? Se è così, come tutti raccontavano nei retroscena, allora forse di rimanere a Palazzo Chigi non aveva poi così tanta voglia. Oppure non avrebbe cercato di traslocare al Colle.

- Madame, la cantante, indagata perché si sarebbe fatta false inoculazioni di vaccino per ottenere il greenpass. Non so se è vero, attendiamo sue dichiarazioni o sentenza definitiva. Però io vado a comprarmi i popcorn: sono proprio curioso di sapere cosa si inventerà quel regno del politicamente corretto che chiamano Sanremo.

- Piccolo appunto. Draghi ha deciso di farsi intervistare oggi, con un effetto mica da nulla. Primo: tutti parleranno della sua intervista, visto che di solito il 24 dicembre i giornali online e i telegiornali non sanno di che parlare. Secondo, ed è la cosa che conta, i commentatori e i grandi giornali non potranno “replicare” alle sue parole prima del 27, giorno in cui tornano in edicola i quotidiani. Un piccolo trucchetto, venuto bene.

- Pare che nel Pd siano preoccupati perché la candidatura di Gianni Cuperlo alla segreteria del Pd potrebbe “danneggiare Elly Schlein”. Ecco: se Cuperlo, con tutto il rispetto per lui, riesce a intaccare la corsa di Elly, beh: allora vuol dire che è messa davvero male. E forse è meglio se si ritira prima. Mi auguro per lei non sia così.

- Scrive Lucio Caracciolo, senza che nessuno lo accusi di putinismo (eh, il bello di essere dalla parte dei buoni): “Chi può fermare la guerra in Ucraina? In teoria, gli Stati Uniti. In pratica, le probabilità che Washington s'impegni davvero a questo scopo sono scarse. Vista dall'America, questa è una guerra per procura che serve a indebolire, forse ad annientare, il nemico russo, a spezzare le intimità euro(tedesco)-russe, a privare la Cina del suo unico strumentale partner nella partita del secolo per il primato planetario”. Si può dire?

- Ma perché La Stampa, nel fare due paginate sul Natale, deve dedicare il racconto della nascita di Gesù, per i cristiani il figlio di Dio, a Michela Murgia? E perché lei deve dileggiare i cattolici che intorno alla Natività avrebbero “una retorica di tenerezza zuccherosa”?

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