"In galera, siete vandali". Eco-teppisti sempre più isolati

Gli attivisti contro la Gioconda fanno rumore, ma quasi nessuno li sostiene. Il video del blitz riceve critiche severe sui social e la riprovazione travolge anche gli ultra-ambientalisti italiani

"In galera, siete vandali". Eco-teppisti sempre più isolati
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Se non è zuppa (contro la Gioconda) è pan bagnato. Una volta si scagliano contro le opere d'arte, quella successiva danneggiano i monumenti o bloccano il traffico: gli eco-vandali cambiano spesso i loro obiettivi, ma la stolta ideologia che li motiva è sempre la medesima. Ieri, al Louvre, alcuni attivisti hanno imbrattato la teca che protegge il celeberrimo dipinto di Leonardo Da Vinci e subito hanno rivendicato il loro folle gesto in nome dell'ambientalismo più oltranzista e militante. "Cos'è più importante? L'arte o il diritto ad un cibo sano e sostenibile?", hanno scritto sui social i sostenitori del movimento francese Riposte Alimentaire, mandanti del blitz contro il capolavoro del 1500.

Il gesto ha suscitato clamore e indignazione, al punto da catalizzare l'attenzione mediatica in un istante. Più grossa la fai, più ti fai notare: ovvio. La visibilità ottenuta dalle scemenze degli ultra-ambientalisti, tuttavia, non deve trarre in inganno né tantomeno far pensare che gli imbrattarori godano di una particolare legittimazione. In realtà, accade infatti il contrario. Sui social, dove la loro propaganda corre veloce (ma senza arrivare da nessuna parte), in pochissimi hanno espresso apprezzamento per quell'ennesimo comportamento incivile. Assai più numerosi, invece, sono stati i messaggi di riprovazione e di condanna. In alcuni casi, conditi pure da insulti. "Dovreste stare in galera. Siete vandali", ha sentenziato ad esempio un commentatore su Facebook, dando sfogo all'insofferenza per chi ha trasformato il vandalismo in una sorta di manifesto programmatico.

Altri utenti, riferendosi alla zuppa contro la Gioconda, hanno parlato di "atteggiamento ridicolo, inutile e narcisistico". E in un'altra reazione al video del blitz si legge: "Sostenete di intraprendere azioni non violente? Questa è stupidità nella migliore delle ipotesi, demagogia nella peggiore". Qualcuno ha poi fatto notare la totale insensatezza di quella protesta: "Sprecate cibo per dimostrare qualcosa sullo spreco alimentare". Uno degli obiettivi del imbrattamento era infatti quello di richiamare l'attenzione sugli impatti del "collasso climatico" sul sistema agricolo e sul cibo. Ovviamente nessuno ha parlato di quell'istanza; in compenso, l'effetto ottenuto dagli eco-vandali è stato quello di suscitare sdegno per quelle loro modalità di manifestare.

Le critiche agli attivisti d'oltralpe si sono estese, di rimbalzo, anche ai loro epigoni italici che pure avevano plaudito al lancio della zuppa contro il capolavoro custodito al Louvre. Così, gli insulti sono apparsi pure sulla pagina del movimento ambientalista Ultima Generazione. "Ci vogliono multe salate e, possibilmente, un po' di polso pesante. Se non avete niente da fare e vi annoiate, cercatevi un lavoro", ha scritto un'utente sotto il post con cui il gruppo rilanciava le gesta degli attivisti francesi. E ancora: "Vandali, teppisti e imbecilli! La galera è il vostro habitat naturale!", "Andate a imbrattare casa vostra, imbecilli!". Qualcuno poi, riferendosi alla nostra realtà nazionale, ha aggiunto: "Oltre a farvi detestare dalla maggior parte delle persone, che cosa avete ottenuto con queste azioni? Ah si, in Italia avete ottenuto un netto inasprimento delle pene".

Già, perché in Italia il governo aveva per tempo provveduto a frenare i vandalismi in nome dell'ambientalismo con un ddl ora diventato legge a tutti gli effetti.

Gli attivisti di Ultima Generazione si erano appellati invano anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché non firmasse il dispositivo votato dal Parlamento. Nessuno (o quasi) li apprezza, nessuno (o quasi) li sostiene, ma loro - gli ultrà dell'ambientalismo estremista - fanno sempre la voce grossa. E alla fine si trovano più isolati e detestati di prima.

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