Garlasco, la villa di Alberto Stasi ancora invenduta: è sul mercato dal 2016

Un luogo fermo nel tempo, tra silenzio e ricordi. Dal 2016 la villa di via Carducci a Garlasco, dove viveva Alberto Stasi, resta chiusa e senza acquirenti

Garlasco, la villa di Alberto Stasi ancora invenduta: è sul mercato dal 2016
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A Garlasco, in via Carducci, c’è una villa dalle imposte sempre abbassate, silenziosa, come se il tempo si fosse fermato. È la casa dove Alberto Stasi ha vissuto con la sua famiglia, prima che la sua vita e quella dell’intero paese fossero travolte dal delitto Poggi, il caso di cronaca nera che nel 2007 sconvolse l’Italia.

Da allora, quella casa è diventata un simbolo difficile, un luogo che molti preferiscono evitare. E oggi, a quasi vent’anni da quel 13 agosto, la villa è ancora lì: in vendita dal 2016, ma senza che nessuno abbia mai bussato alla porta.

Un annuncio rimasto senza risposta

Quando venne messa sul mercato per la prima volta, quasi dieci anni fa, il prezzo richiesto era 610 mila euro. Un’abitazione elegante, costruita venticinque anni fa, con ampi spazi e un giardino curato. Ma il suo passato pesa come un macigno. Lo riporta Open, che sottolinea come nessun acquirente si sia mai fatto avanti, e come oggi la casa appaia abbandonata, con le persiane chiuse e i segni del tempo che iniziano a emergere sulla facciata.

Di proprietà della madre di Alberto, Elisabetta Ligabò, la villa non è mai cambiata di mano. I genitori di Stasi l’avevano comprata poco prima di lasciare Liscate, quando Alberto era ancora un bambino. È la casa dove è cresciuto, dove ha studiato, dove, come ha raccontato la cronaca, trascorse le ore successive alla scoperta del corpo di Chiara Poggi, la fidanzata trovata senza vita nella sua abitazione a pochi passi da lì.

L’ipoteca del 2019 e le difficoltà economiche

Dopo la morte del padre Nicola Stasi, avvenuta a Natale del 2013, la proprietà è passata interamente alla madre. Nel marzo 2019, a tre anni dal primo annuncio di vendita, Elisabetta Ligabò ha acceso un’ipoteca da 60 mila euro sulla villa, per ottenere un mutuo da restituire in dodici anni. Il pagamento, raccontano i documenti, viene ancora effettuato ogni 5 del mese.

Prima di poter chiedere quel prestito, erano state cancellate le vecchie ipoteche risalenti agli anni Duemila, ancora in lire: un dettaglio che testimonia la lunga e complessa storia economica della famiglia Stasi, segnata da spese legali, processi, e dall’impossibilità di lasciarsi davvero alle spalle quel passato.

Una casa che nessuno vuole

Da tempo i vicini raccontano che la villa resta sempre chiusa, e che da anni non si vedono più luci accese né movimenti all’interno. Garlasco, che dopo il delitto ha cercato di tornare alla normalità, sembra convivere con quel silenzio come con una ferita che non si rimargina.

In paese, dicono, “nessuno comprerebbe mai quella casa”. Non per le sue caratteristiche, la villa resta un immobile di valore, ma per ciò che rappresenta. Lì, per anni, la vita dei Stasi è stata scandita da indagini, interrogatori e telecamere. E oggi, anche se il tempo ha portato distanza, il nome della via Carducci continua a evocare ricordi difficili.

La casa di Spotorno

Diverso il destino della casa al mare di Spotorno, in provincia di Savona. Quella, acquistata tempo fa dal padre Nicola e poi ereditata da Elisabetta Ligabò nel 2014, è stata venduta il 25 gennaio 2017 a una residente del paese.

Ma anche quella dimora, in un certo senso, ha un ruolo nella storia giudiziaria di Alberto Stasi: fu proprio una negoziante di Spotorno a ricordare di avergli venduto, pochi giorni prima del delitto, un paio di scarpe Frau numero 42, calzature mai ritrovate, ma che secondo gli inquirenti corrispondevano all’impronta lasciata sul pavimento della casa di Chiara Poggi. Un dettaglio poi riconsiderato nelle perizie successive, ma rimasto impresso nell’immaginario collettivo.

Un’eredità sospesa

Oggi Alberto Stasi sta scontando la sua condanna definitiva a sedici anni di reclusione per l’omicidio di Chiara Poggi, ma la vicenda processuale, e quella umana, restano aperte nell’opinione pubblica.

Se un giorno dovesse lasciare il carcere, ritroverebbe ancora quella casa, ferma com’era, con le stesse mura che l’hanno visto crescere e che oggi restano immobili, come a custodire una storia che nessuno riesce a chiudere davvero.

In via Carducci, a Garlasco, la villa di Alberto Stasi continua a esistere come un simbolo del tempo sospeso: una casa che nessuno vuole, un luogo dove il passato non smette di pesare sul presente.

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