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Altro che sentenza Ue, i francesi continuano a respingere i migranti in Italia: i numeri della vergogna

Al confine con la Francia non è cambiato nulla. Il richiamo dell'Ue sui respingimenti ha tempi tecnici di recepimento e i francesi intanto "vanno avanti come sempre". Domani Piantedosi a Ventimiglia

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Siamo alle solite: al confine con la Francia non è cambiato nulla. Alla faccia della fraternité e dell'europeismo di cui tanti si riempiono la bocca. Nonostante una recente sentenza della corte di giustizia Ue che richiamava Parigi al rispetto della direttiva sui rimpatri, la situazione alla frontiera di Ventimiglia è rimasta pressoché la stessa. I cugini d'oltralpe continuano a rispedire migranti in Italia, senza preoccuparsi dell'impatto che questo atteggiamento provoca sul nostro territorio. Gli operatori umanitari e quelli di polizia impegnati in quelle zone testimoniano come il problema dei respingimenti di massa persista tutt'oggi, con numeri che parlano da soli. La Caritas locale assiste oltre 250 migranti al giorno, contro i 180 di una decina di giorni fa.

"I respingimenti non sono mai cessati, la situazione è rimasta la stessa", racconta a ilGiornale.it Maurizio Marmo, responsabile della Caritas Intemelia, spiegando come i profughi presenti su quel territorio siano soprattutto subsahariani del Sudan, dell'Eritrea e della Costa d'Avorio. Tutti chiaramente intenzionati a varcare il confine. Per la maggior parte, infatti, le persone che sbarcano a Lampedusa considerano il nostro Paese "solo ed esclusivamente un luogo di transito". Ma poi trovano la strada sbarrata. "La Francia ha sempre presidiato le frontiere in quel modo, incrementando i controlli a fasi alterne. Questo però non ha mai impedito ai migranti di tentare il passaggio, ma con modalità molto più rischiose", aggiunge l'operatore umanitario, sottolineando come dal 2015 a oggi le persone morte mentre cercavano di varcare la frontiera siano già state 47. E il numero si riferisce solo ai decessi accertati.

Che a Ventimiglia proseguano i respingimenti, nonostante l'esortazione dell'Unione europea a effettuarli "solo in ultima istanza", lo attestano anche i nostri poliziotti schierati al confine. "A oggi le modalità utilizzate dai francesi sono quelle prima. Probabilmente ci sono dei tempi tecnici di recepimento della sentenza Ue e loro ne stanno approfittando per andare avanti come hanno sempre fatto", dice a ilGiornale.it Stefano Cavalleri, segretario provinciale del sindacato di polizia Sap a Imperia. Se le autorità transalpine dovessero attenersi in modo scrupoloso alle normative in materia, infatti, le riammissioni verso l'Italia sarebbero molto più sporadiche e ridotte nei volumi. Non più centinaia al giorno ma solo alcune decine. "La procedura è complicata. Bisogna redigere un verbale di accompagnamento e preannunciarlo con posta elettronica certificata. I migranti vanno accompagnati fisicamente e non alla spicciolata, peraltro entro un determinato numero di ore", ci spiega Cavalleri, evidenziando la differenza tra questi criteri e quelli invece più disinvolti che la stessa corte di giustizia europea ha contestato ai francesi.

Attualmente, però, a Ventimiglia sembra di rivedere sempre la stessa scena. I respingimenti continuano e spesso si intensificano in modo particolare nei fine settimana, quando - ci viene riferito - molti migranti tentano il passaggio in Francia credendo erroneamente che nei weekend ci siano meno controlli. "Se i francesi cambiassero atteggiamento dopo la sentenza Ue, capirebbero gli sforzi che i nostri uomini fanno ogni giorno per gestire la situazione. Spesso le nostre forze non sono sufficienti, avremmo bisogno di più poliziotti stanziali", conclude Cavalleri del Sap. Nei giorni scorsi, il ministro dell'Interno italiano Matteo Piantedosi e l'omologo d'oltralpe, Gérald Darmanin, avevano firmato un'intesa sulla cabina di regia italo-francese in materia di sicurezza. Così, l'esecutivo Meloni non sta mollando la presa, nel tentativo di suggerire all'Europa un approccio finalmente risolutivo e corale sul tema migranti.

E domani, 2 ottobre, il capo del Viminale sarà proprio a Ventimiglia per fare il punto della situazione sull'emergenza migranti e per un vertice sull'ordine e la sicurezza pubblica.

Al centro dell'incontro con le autorità e gli operatori del territorio, l'ipotesi di apertura di un centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) nella città al confine costiero tra Liguria e Francia.

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