Irina Shayk: "The Cal? Una meditazione. Spero che l'AI non rovini le nostre imperfezioni"

L'ex modella di Sports Illustrated, protagonista del Calendario Pirelli 2026, parla di maternità, social network e del tempo che scorre: "La vera bellezza è essere autentiche"

Irina Shayk: "The Cal? Una meditazione. Spero che l'AI non rovini le nostre imperfezioni"
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“E’ stato come fare una meditazione”: si presenta così Irina Shayk, molto più sciolta e simpatica di come si potrebbe immaginare vedendola sulle pagine patinate dei magazine di moda. Look difficile da passare inosservato, con quel reggiseno a punta, la ragazza nata al confine tra Russia e Kazakistan da una madre pianista e un padre minatore (morto quando lei aveva 14 anni) ora è una donna che vive a New York con la figlia di 10 anni, ed una delle protagoniste scelte per il Calendario Pirelli 2026. “Praticamente come vincere un’Oscar” le chiede qualcuno, e lei appunto invece parla di interiorità, di una bellezza aldilà di una copertina.

The Cal, un traguardo aspettato?
“Sì, è un punto di arrivo da tempo, è un riconoscimento importante. Quando mi hanno chiesto di partecipare, ho sentito che rappresentava qualcosa di molto più profondo, quel calore e profondità che spesso manca nella rappresentazione delle donne. Sono felice di essere parte di questa generazione che vuole mostrare questa doppia dimensione”.

Come è stata l’esperienza con il fotografo Sølve Sundsbø?
All’inizio tutto sembrava imprevedibile, poi gli scatti sono diventati quasi una sorpresa personale. E’ stato un po’ come fermare il tempo in un mix di sensazioni forti: il rapporto con il tempo che passa è complesso, da questo lavoro ho imparato qualcosa di nuovo”.

In questo Calendario si parla molto di bellezza interiore ed esteriore.
“Certo, sarebbe facile banalizzare quando si ha la fortuna di fare il mio mestiere e di avere il mio aspetto. Però proprio perché so che il tempo cambia le cose, posso dire che le donne oggi si rapportano a tanti tipi di bellezza diversi. E The Cal riflette bene questa realtà”.

Non tutte le donne hanno lo stesso rapporto con il tempo che passa e con la propria immagine esteriore.
“Sì, è vero, ma credo che dentro ognuna ci sia una bellezza che deve essere valorizzata ad ogni età. Ogni fase della vita ha il suo splendore e la sua autenticità”.

L’anno prossimo arrivano i 40 anni.
“Sarebbe meglio che non me lo ricordaste…” (ride)

E invece, proprio per questo: com’è il rapporto con la vita che scorre?
“Questo è un tema molto importante. Ci si sente bene con se stessi quando si accetta che sia una cosa inevitabile, da affrontare senza problemi o paure. Ogni età ha il suo valore e la sua bellezza: è fondamentale dedicare tempo a se stessi e imparare a valorizzare la propria unicità, senza inseguire standard esterni troppo rigidi”.

A Lea che messaggio arriva?
“Mia figlia ha 10 anni: per me stato un momento trasformativo diventare madre. Mi ha cambiata profondamente, mi ha fatto sentire più a mio agio con me stessa, più donna e realizzata. Per questo mi sono presa una pausa dai social, e a lei per il momento li ho vietati, anche perché è ancora troppo piccola”.

La vita virtuale non è realtà.
“Lì dentro sembrano tutti perfetti e con una vita stupenda, così poi nascono le frustrazioni. Invece la cosa più importante è sentirsi al sicuro nella propria pelle. Non si tratta di giudicarsi per qualche piccolo dettaglio, ma di crescere, maturare, allargare i propri orizzonti, nella carriera e nella vita personale. La vera bellezza è questa: essere autentiche e piene di vita”.

E cosa arriverà adesso per Irina?
“Ho un progetto che mi entusiasma molto, ma ancora non posso parlarne. Ho molte cose da fare e non mi preoccupa sentirne la fatica, anzi. Credo che il Cal rappresenti un momento di svolta, un cuore gettato oltre l’ostacolo, soprattutto nel tema dell’età e della bellezza femminile. È un messaggio di cambiamento e di valorizzazione della diversità".

A proposito di messaggi, e visto il luogo di nascita: c’è qualcosa da dire su quello che sta succedendo nel mondo?
“Non penso che sia né il momento né il luogo giusto per me di affrontare un argomento politico.

Posso solo prendere come esempio questo calendario: è una celebrazione di forza, diversità e origini. È un progetto che unisce tante donne potenti e uniche, ognuna con una storia da raccontare. Per me è un onore farne parte e contribuire a rappresentare una nuova idea di bellezza, più ampia e inclusiva”.

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