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"A Kherson ci sarà un massacro". Orsini sbaglia ancora la profezia

"A Kherson si prospetta un bagno di sangue", aveva affermato il professore in tv. Ma così non è stato. Ora che la città ucraina è stata liberata, le critiche al sociologo non si sono fatte attendere

"A Kherson ci sarà un massacro". Orsini sbaglia ancora la profezia

Professore, tutto bene? Da qualche ora Alessandro Orsini appare stranamente taciturno, sebbene in molti abbiano evocato il suo nome. Soprattutto sui social. Del resto, l'attualità geopolitica ha offerto sviluppi significativi sui quali ci si sarebbe aspettati un commento del sociologo campano. Ci riferiamo in particolare alla ritirata dei soldati russi da Kherson, città ucraina considarata fino all'altro ieri l'unica grande conquista di Mosca. L'avvenimento, celebrato da Kiev come una liberazione, è stato accompagnato da analisi e da valutazioni strategiche rispetto alle quali, però, non si è udita la voce del docente Luiss. Come mai?

Le previsioni di Orsini su Kherson

Qualcuno sospetta che, per ora, il professore si sia rifugiato in un silenzio non casuale. In tempi sospetti, infatti, Orsini aveva profetizzato sorti ben diverse per la città dell'Ucraina meridionale. Lo scorso 25 ottobre, intervenendo a Cartabianca su Rai3, il sociologo aveva in particolare affermato: "In questo momento si prospetta un bagno di sangue a Kherson, perché i russi stanno trasferendo la popolazione civile dall'altra parte del fiume Dnipro (...) I russi non intendono abbandonare la città, ma perché intendono fare un massacro. Intendono combattere per mantenere Kherson". Una visione che l'esperto di geopolitica aveva già formulato nei mesi precedenti, quando aveva in sostanza decretato l'insuccesso delle truppe di Kiev in quelle zone. "A Kherson. La controffensiva ucraina è un fallimento: è ora che l’Ue lo dica", recitava il titolo di un suo articolo apparso sul Fatto Quotidiano il 6 settembre scorso.

"Una battaglia sanguinosissima"

Qualcuno potrebbe obiettare che in guerra le cose cambiano rapidamente e che quelle fossero solo profezie invecchiate poi male. Peccato però che il docente Luiss avesse rilanciato il suo punto di vista anche solo tre giorni fa, quando su Facebook aveva scritto: "Dobbiamo ottenere un cessate il fuoco prima che inizi il massacro di Kherson. È soltanto di questo che dovremmo parlare. Dovremmo cercare di capire come impedire lo svolgimento di questa nuova battaglia che si profila sanguinosissima e, invece, la Von Der Leyen è impegnata unicamente in una potente operazione di pressione sull'Italia per convincerla a inviare nuove armi pesanti". Fortunatamente la carneficina pronosticata dal professore non si è verificata, anche se alcuni osservatori temono che i russi possano aver teso una trappola ai loro nemici.

Gli sfottò sulle "profezie" sbagliate

Mentre dall'Ucraina arrivavano le immagini della città tornata in mano ai locali, in molti si sono ricordati delle profezie nefaste di Orsini e sui social le hanno riproposte. "Professore può dirci come procede il massacro a Kherson? Grazie per quello che fa", ha commenato un utente, con tono chiaramente sarcastico nei confronti del docente. Più severe invece alcune altre reazioni. Lo stesso leader di Azione, Carlo Calenda, su Twitter ha bacchettato il sociologo così: "Il punto non è Orsini che è palesemente una persona improvvisata che recita una parte. Il punto sono i media che gli danno spazio come fosse Kissinger". "La sua previsione di un 'bagno di sangue' si è tradotta in una riconquista senza sparare un colpo. Ma lui ha sempre ragione e in Italia non c'è libertà", ha scritto un altro commentatore, alludendo a un recente articolo in cui il docente faceva le pulci al sistema mediatico italiano.

Anche in passato il sociologo era stato accusato di aver sbagliato alcune previsioni o di essersi spinto in valutazioni troppo definitive sugli esiti della guerra in Ucraina. "L'Ucraina, fondamentalmente, è persa", aveva sentenziato ad esempio lo scorso 28 febbraio. E ancora: "Se noi portiamo avanti questa guerra, gli abitanti di Kiev saranno massacrati".

Più recentemente, l'analista geopolitico avrebbe però raddrizzato il tiro, arrivando a trarre la seguente conclusione: "Forse è presto per stabilire chi abbia vinto la guerra".

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