
Nel 2015, uno studio condotto da Microsoft Canada ha lanciato un campanello d’allarme su scala globale: la soglia media di attenzione dell’essere umano era scesa a otto secondi, un dato impressionante se confrontato con i nove secondi attribuiti al pesce rosso. In un’epoca in cui siamo continuamente sommersi da notifiche, schermi e stimoli digitali, la nostra capacità di restare focalizzati si sta sgretolando a ritmi allarmanti. E oggi, a distanza di dieci anni da quella ricerca, gli esperti parlano già dell’era dei 7 secondi, un tempo sufficiente a scorrere un video su TikTok, cambiare canzone su Spotify o cliccare via da un sito web. Ma esiste ancora un modo per allenare la concentrazione?
Rieducare l’attenzione è possibile
Nonostante il panorama digitale sembri spingerci verso la distrazione continua, la buona notizia è che la concentrazione non è una dote statica. È una capacità allenabile, come un muscolo che ha solo bisogno degli stimoli giusti per tornare a funzionare in modo efficace. Una delle prime strategie consiste nel limitare il multitasking, nemico numero uno dell’attenzione. Concentrarsi su una sola attività alla volta permette al cervello di restare più vigile e meno affaticato, riducendo il rischio di errori e aumentando la produttività.
Anche la meditazione si è dimostrata estremamente efficace nel migliorare la soglia d’attenzione. Bastano pochi minuti al giorno di pratica consapevole, in silenzio o con l’ausilio di app dedicate, per ottenere benefici tangibili: mente più lucida, minore reattività agli stimoli esterni, maggiore capacità di rimanere presenti nel momento.
Attività videoludiche: alleati della concentrazione?
Videogiochi, giochi online e console sono progettati per catturare l’attenzione dell’utente e mantenerla alta nel tempo. Titoli basati su riflessi rapidi, strategie complesse o coordinazione visuo-motoria richiedono un coinvolgimento cognitivo costante, stimolando l’attenzione selettiva e sostenuta. Un famoso studio condotto da Daphne Bavelier e C. Shawn Green ha dimostrato che giocatori esperti di videogiochi d’azione sviluppano una migliore attenzione selettiva visiva.
Questi giocatori riescono a processare informazioni visive rapide e multiple meglio dei neofiti, e mostrano modifiche dirette nella loro attività cerebrale. Anche nel caso di giochi più semplici, come le slot online, entrano in gioco stimoli visivi e ritmici pensati per sollecitare i circuiti cerebrali legati alla vigilanza. Questo tipo di coinvolgimento cognitivo è frutto di uno studio accurato da parte di designer, psicologi e ingegneri, che costruiscono esperienze capaci di mantenere attivo e focalizzato il giocatore.
Dormire bene, leggere e riscoprire il silenzio
Un’altra chiave per riacquistare concentrazione è il sonno. Dormire poco o male influisce direttamente sulla nostra capacità di restare attenti. La privazione di sonno abbassa la soglia d’attenzione e rende più difficile completare anche le attività più semplici. Dormire almeno sette ore a notte, possibilmente con orari regolari, è fondamentale per rigenerare le funzioni cerebrali.
Anche la lettura su carta rappresenta un esercizio utile: sfogliare un libro richiede un tipo di attenzione profonda, molto diversa dalla lettura frammentata che facciamo ogni giorno su smartphone e social media. In questo senso, riscoprire il silenzio e ridurre i tempi di esposizione ai dispositivi può aiutare a ritrovare un equilibrio mentale più stabile.
La concentrazione è una scelta culturale
Come ricorda la sociologa americana Sherry Turkle, “la vera empatia nasce dall’ascolto attento, e l’ascolto attento nasce dal saper restare in silenzio”. Turkle sostiene che la nostra costante connessione digitale sta minando la nostra capacità di prestare attenzione non solo alle informazioni, ma anche alle persone.
Recuperare la concentrazione non è quindi solo una questione di efficienza o produttività, ma una scelta culturale e relazionale: decidere di restare presenti, anche quando il mondo ci invita a distrarci, è un atto di resistenza che può restituirci una vita più autentica.