- Il viceministro Leo dice che il governo sta pensando di valutare riforme fiscali per favorire la natalità, come indicato da Giorgetti ieri. Che quello dei nuovi nati sia un tema molto sentito dal governo è cosa nota, però non credo che valutare il quoziente familiare per chi ha più di tre figli o benefici alle imprese che assumono donne con figli possa bastare a “rivoluzionare” il quadro. Primo, perché la mancanza di figliolanza è questione culturale e ci vuole del tempo per scardinare certe convinzioni. Secondo, perché è inutile parlare di scontrini fiscali se gli asili sono ancora aperti solo fino alle 16 o costano un occhio della testa. Terzo, perché l’unico modo che ha lo Stato per invitare le famiglie e mettere al mondo gli eredi è quello di renderlo un vantaggio. Ma un vantaggio vero per chi ancora i figli non li ha. I giovani, soprattutto quelli della classe media, dovrebbe avere incentivi talmente validi dal punto di vista fiscale da arrivare a dire: “Cacchio, facciamo un figlio così pago molte meno tasse”. Magari funziona.
- Ogni tanto Luca Zaia si riscopre leghista. Tra un’intervista e l’altra su matrimoni gay e granchi blu, il governatore del Veneto torna alla cara vecchia battaglia del Carroccio: i migranti. “Tutta l'Africa in Italia non ci può stare - dice ancora Zaia -. È un fatto oggettivo, e di rispetto: nei confronti di chi si ospita e nei confronti dei nostri cittadini. Se no, metti a repentaglio la sopravvivenza delle comunità. Perché bisogna esserne consapevoli: qui rischiamo di dover cambiare il nostro modello”. In che senso? Semplice: la sanità andrà ripensata in base alle caratteristiche della nuova popolazione. La scuola idem. E tutto il resto. "Siamo in grado di farlo? A oggi, no... Ma 'sto Paese vuol guardare in faccia la realtà? Sennò, meglio che consegnamo le chiavi di casa”. Alberto da Giussano torna a battere nel cuore di Zaia.
- Se proprio proprio le signorine del calcio mondiale debbono lamentarsi di qualcosa rispetto al torneo dei colleghi maschietti, direi che l’unica vera ingiustizia sta tutta nella coppa. Quella del mondiale “vero”, quello maschile, è il trofeo più bello che ci sia, massiccia, piena, trionfale, realizzata in oro massiccio a 18 carati. Quello femminile al confronto è una vera povertà: realizzato in argento, è solo ricoperto di oro bianco e giallo a 23 carati. C’è tutto il gender gap del mondo. Gianni Infantino, che se la prende con le tv che non spendono abbastanza per inviati e trasmissione delle partite, non ha niente da dire su questo?
- Il Consiglio di classe la boccia sonoramente a causa delle sei insufficienze raggranellate durante l’anno scolastico. Lei ricorre al Tar e i giudici la “promuovono” con una sentenza. In barba alla decisione dei prof. Due considerazioni. Primo: i genitori che hanno presentato ricorso al Tar andrebbero biasimati, per non dire di peggio. Secondo: se passa, ed è già passata, la cultura del “bocciare sia un’eccezione” poi non lamentatevi se vi ritrovate frotte di ragazzini in giro a fare i “maranza”. La bocciatura è una lezione, una lezione di vita, al pari di uno sculaccione da bambino o una punizione da ragazzini. È la vita, quella vera. In cui non ci saranno sempre paparino e mammina a ricorrere al Tar quando il tuo datore di lavoro di licenzierà perché sei un caprone.
- Pare che a causa del grande caldo, gli allevatori abbiano pensato di dotare le stalle di ventilatori e docce con cui rendere più sopportabile l’afa alle varie Guendalina. E così per colpa delle temperature dovremo dire addio al detto “Puzzi come una vacca”. Ora fanno pure la doccia.
- Lo stupro di gruppo, commesso da chiunque, è orribile. Ma io resto del principio che prima di condannare chicchessia sia più logico attendere almeno le deduzioni della difesa, se non proprio la sentenza.
- Guardo la classifica Amazon dei libri più venduti. E no, non mi sorprende che quello del generale Vannacci sia il più venduto. Quello che mi fa paura è che il secondo in lista, così come il terzo, è il manuale per il concorso all’Agenzia delle Entrate. Piccoli esattori crescono.
- Leggo questa meravigliosa notizia. Una ragazza a Pordenone si è tolta il reggiseno davanti agli agenti di polizia e lo ha usato come guinzaglio per il cane, evitando così una multa. Genio del male.
- Date un premio ai tifosi del Malaga che, scontenti per i mancati acquisti della dirigenza durante il calciomercato, hanno inscenato l’arrivo di un calciatore all’aeroporto prendendo il primo turista a caso che è sceso da un velivolo. Questo è il calcio che ci piace.
- Frans Timmermans lascia ufficialmente l’Ue: si dimette dalla Commissione e si candida alle elezioni in Olanda. È un bene? Sì, nel medio periodo, perché toglie alla Commissione Ursula la pedina più verde che ci sia. No, se Timmermans vince le elezioni: farà parte dei prossimi Consiglii Europei dove le singole opinioni dei capi di stato e di governo pesano tanto. Però c’è una speranza: qualora dovesse perdere, allora forse sarà proprio il momento in cui ci saremo tolti politicamente dalle scatole il culture primo delle tante eurofollie verdi di questi anni. La speranza è l’ultima a morire.
- Magari il bacio del presidente della federazione spagnola di calcio sarà stato “fuori luogo”, nel senso che sul palco della premiazione poteva evitarlo. Ma non si tratta di un abuso né di una violenza. E sapete perché? Perché basta leggere le parole di lei, la calciatrice, che quel bacetto se l’è preso: “È stato un gesto reciproco del tutto spontaneo per la gioia immensa che dà vincere un Mondiale”, “un naturale gesto di affetto e gratitudine”. Capito? “Naturale”, “affetto”, ma soprattutto “reciproco”. Se lei non la considera una violenza, mi spiegate perché dovete costringerla a credere che sia stata tale?
- Se una libraia non vuole vendere il libro su Giorgia Meloni scritto con Alessandro Sallusti nessuno può obbligarla: è una commerciante e mette in vetrina quello che vuole. Però da qui a farla passare come un esempio di “disobbedienza civile” ce ne passa. Vuoi perdere soldi? Vuoi vedere solo libri di sinistra nella tua libreria? Bene, libera di farlo. Ma non venirci a dire che lo fai perché sei “indipendente”. Che chi ha a cuore la cultura non ha paura delle idee avverse e non le cavalca per un po’ di pubblicità.
- Quello che Sarkozy racconta sul 2011 è grave. Primo: perché due capi di governo stranieri, lui e la Merkel, si sono intromessi nelle faccende di un Paese membro dell’Ue spingendo affinché il premier eletto si dimettesse.
Secondo: perché “sacrificare” un politico democraticamente votato dagli elettori per rassicurare i mercati e presentarlo come “il premio per il rischio” del finanziamento del debito è qualcosa aberrante. Nemmeno il salvataggio del bilancio statale giustifica un’intromissione così prepotente di Francia e Germania, né tantomeno giustifica manovre che col rispetto della democrazia hanno davvero poco a che fare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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