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"Mai stato pagato". L'accusa dell'ex presentatore del Concertone

Marco Ardemagni aveva condotto l'evento musicale nel 2013 ma, nel suo ricordo del decennale, ricorda ai sindacati che sta ancora aspettando il "saldo della fattura"

"Mai stato pagato". L'accusa dell'ex presentatore del Concertone

Il Concertone del 1° maggio, con il passare degli anni, non fa altro che dimostrare tutta la sua vulnerabilità nonché la propria ipocrita retorica. Come se non bastassero tutte le polemiche politiche che, puntuali come un orologio svizzero, caratterizzano ogni edizione dell'evento (un po' come accade con il Festival di Sanremo), all'indomani dell'ultima serata in piazza San Giovanni è il conduttore radiofonico Marco Ardemagni a lanciare una pesante accusa nei confronti degli organizzatori del concerto, ovvero i sindacati Cgil, Cisl e Uil: "Sono passati dieci anni. E ancora aspetto il saldo della fattura".

Marco Ardemagni

Dopo un decennio esatto, quindi, Ardemagni sostiene di non avere ancora ricevuto un solo centesimo per avere presentato nel 2013 insieme a Filippo Solibello "per fare i valletti" di Geppi Cucciari. Voce storica della trasmissione di Radio2 Caterpillar, il conduttore radiofonico ricorda come in tanti anni di carriera, l'unica fattura che finora non gli è stata saldata è proprio quella del Concertone di sinistra; e per di più proprio nella giornata della Festa dei Lavoratori. "So che il problema del mancato pagamento ha toccato tanti altri, compresi molti che fanno lavori più duri del mio, come gli attrezzisti o i fonici, anche in edizioni precedenti, basta cercare in rete - scrive il presentatore su Facebook -. Eppure i sindacati (i soliti tre) se ne sono sempre impipati, per dirla all'antica".

Ed è proprio ai segretari generali dei sindacati si rivolge Ardemagni, tentando di pungolarli: "Chissà, magari Maurizio Landini, o Pierpaolo Bombardieri o Luigi Sbarra hanno voglia di fare una piccola indagine interna per cancellare questa vergogna, perché penso sia brutto non pagare chi lavora per i lavoratori (a meno che non ci si accordi prima, e l'avremmo anche fatto)". Ormai è passato tantissimo tempo e la speranza di rivedere quei soldi per Ardemagni sembrerebbe ormai essersi spenta quasi definitivamente. Tuttavia, nel caso in cui dovesse mai arrivare il denaro, la sua proposta sarebbe quella di "devolvere l'eventuale saldo, comprensivo di interessi, alla raccolta fondi dell'Unicef per i bambini dell'Ucraina anche a parziale compensazione per l'imbarazzante discorso di Carlo Rovelli. Mi tratterei soltanto l'IVA che l'agenzia delle entrate ha preteso in anticipo sul saldo mai avvenuto e le spese di viaggio".

Una vera e propria lezione impartita a tutte quelle sigle sindacali che proprio in questi ultimi mesi stanno attaccando il governo per non avere a cuore - a detta loro - il destino delle persone che lavorano: praticamente un giudizio da veri esperti.

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