Attualità

"Mancano le condizioni". L'ad Fuortes lascia la Rai

Carlo Fuortes ha rimesso l'incarico di amministratore delegato della Rai. Dopo settimane di interlocuzioni con il governo, che chiedeva una tv pubblica più pluralista, la decisione comunicata al Mef

"Mancano le condizioni". L'ad Fuortes lascia la Rai

Novità da Viale Mazzini: l'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, ha lasciato il proprio incarico. Il top manager della tv pubblica ha rassegnato stamani le proprie dimissioni comunicandole al Ministro dell'Economia e delle Finanze. "Da decenni lavoro nell'amministrazione pubblica e ho sempre agito nell'interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte", ha affermato Fuortes in una nota. Poi ha aggiunto: "Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato". Nominato nel 2021 sotto il governo Draghi, su suggerimento dell'anima di sinistra di quell'esecutivo, l'ex sovrintendente dell'Opera di Roma era dato ormai da tempo in uscita dall'emittente del servizio pubblico. Dopo intelocuzioni con l'attuale governo, oggi la decisione di rimettere l'incarico.

Da Palazzo Chigi la richiesta era stata quella di una Rai che garantisse una visione più pluralista e inclusiva di tutte le anime del Paese. Il Ministro dell'Economia e delle Finanze - lo ricordiamo - è infatti azionista di maggioranza del servizio pubblico. Pare quindi che un passo indietro da parte di Fuortes fosse stato concordato, assieme a quest'ultimo, affinché si concretizzasse dopo l'approvazione del bilancio (in pareggio) avvenuta lo scorso 20 aprile. Ma i tempi si sono prolungati, creando una situazione di stallo che andava superata. Sempre secondo indiscrezioni, pare che Fuortes non volesse lasciare se non dopo la garanzia di un nuovo incarico altrettanto prestigioso. Al momento, il top manager è dato in pole position per il ruolo di nuovo sovrintendente del teatro San Carlo di Napoli.

Oggi, nel lasciare Viale Mazzini, il dirigente ha così rivendicato i risultati della propria amministrazione, non senza riferimenti alla situazione politica. "Nel primo anno di lavoro del nuovo consiglio di amministrazione con il governo Draghi il Cda ha raggiunto grandi risultati per l'Azienda", ha affermato l'ad dimissionario, menzionando il lancio di nuovi programmi, la nuova trasformazione organizzativa per generi, il nuovo piano immobiliare strategico e un potenziamento dell'offerta digital. Poi ha aggiunto una nota polemica: "Dall'inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il servizio pubblico. Allo stesso tempo ho registrato all'interno del Consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell'atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana. Ciò minaccia di fatto di paralizzarla, non mettendola in grado di rispondere agli obblighi e alle scadenze della programmazione aziendale con il rischio di rendere impossibile affrontare le grandi sfide del futuro della Rai".

Infine, comunicando le proprie dimissioni al Mef, Fuortes ha fatto anche riferimento all'imminente approvazione dei nuovi palinsesti, che verranno presentati come da tradizione prima dell'estate. "Non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021", ha affermato, prendendo atto della situazione di stallo. E ancora, un'ulteriore sottolineatura spigolosa: "Non posso, pur di arrivare all'approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti - sebbene ovviamente legittimi - di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai". Parole che, con ogni probabilità, alimenteranno un certo dibattito: già nelle ultime settimane, infatti, alcuni commentatori di area progressista si erano strappati le vesti, paventando un "assalto" del governo di centrodestra alla Rai. Corrado Augias, su tutti, aveva addirittura parlato di "preoccupante occupazione della Rai".

In realtà gli avvicendamenti ci sono sempre stati nella storia di Viale Mazzini e ciclicamente fanno dunque parte della normale amministrazione del servizio pubblico. "Se le nomine le fanno gli amici del Pd vanno bene, se un nuovo governo ci mette mano e vuole attingere a professionalità interne alla Rai scoppia la polemica e tutti protestano", aveva commentato al riguardo il senatore forzista Maurizio Gasparri, affidando il proprio graffio proprio a ilGiornale.it. Ora a Viale Mazzini si apre un nuovo capitolo.

Al posto di Fuortes, secondo i rumors, dovrebbe arrivare Roberto Sergio, attuale direttore di Radio Rai e professionalità interna al servizio pubblico.

Commenti