"Meglio una moto che un'amante"

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Distinta Valeria Braghieri, alla fine di ogni lettura del Giornale, non considerandola un valore aggiunto ma mera curiosità, leggo anche la sua rubrica, «In Amore Valetutto». Ho 57 anni e nella mia vita sentimentale ho affrontato diverse situazioni, piuttosto normali, mai però includendo la figura femminile dell’amante. Sono convinto che quei poveretti che immaginano di trovare nell’amante la soluzione ai loro problemi sessuali, esistenziali, sociali e quant’altro, non intuiscono che quella figura rappresenterà solo uno spostamento in avanti di nuovi problemi, sicure pressioni e certe pretese economiche e di spazi nella vita familiare e sociale dell’ingenuo di turno. Le amanti infatti hanno all’inizio un compito elementare e semplicissimo, porsi come l’esatto contrario della moglie del poveretto, sopperendo alle «mancanze» delle mogli e dando al pollo di turno la sensazione di vivere una vita nuova. Nella migliore delle ipotesi il pollo dovrà imparare ad avere memoria di ferro e fantasia a profusione per tenere i piedi in due scarpe, un portafoglio piuttosto fornito, nella peggiore delle ipotesi vedersi cacciato da casa, denigrato dai figli, sprofondato nella disperazione con tutti gli annessi fisico psichici legati a questo. Probabilmente è meglio non cercare guai certi in una donna «parallela» ma tenersi la propria moglie, compagna o convivente e, per chi se le può permettere, divertirsi con moto o auto sportive... meno foriere di certo di guai rispetto ad una amante.
Massimo Mormino

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Caro Massimo, tolto l’eufemistico «distinta» le devo dire che le prime righe della sua email a tutto mi hanno fatto pensare (a tutto, glielo garantisco...) tranne al fatto che intendesse apparire in questa rubrica. Però, sono andata avanti a leggere e ho capito che una certa «rabbia» è il suo tratto distintivo e ho pensato che essere ascoltato e accolto potesse risultarle utile e addirittura lenitivo. Perciò eccomi qui. Condivisibile la sua analisi sulle amanti che non fanno che «doppiare» il ruolo delle mogli (con buon pace delle clandestine e, soprattutto, delle consorti) e che finiscono col rappresentare un ulteriore attentato alla quiete quotidiana.

Ma se tutto il mondo è stato tentato, è tentato e sarà tentato da un «doppione» sentimentale, qualche vantaggio ci sarà. Quanto alla soluzione di ripiegare su un oggetto inanimato (la moto) mi sembra più imparentato con l’indomita collera che la contraddistingue piuttosto che con un’alternativa praticabile.

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