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"Mia moglie? Ha diritto alla moda". L'incredibile sparata di Soumahoro

Il deputato commenta le foto di sua moglie con abiti e accessori griffati. "Non mi ha creato imbarazzato, è diritto all'eleganza e alla moda...". Scoppiano le polemiche e la donna si difende

"Mia moglie? Ha diritto alla moda". L'incredibile sparata di Soumahoro

Lui in Parlamento con gli stivali da bracciante sporchi di fango. E giù applausi da sinistra. Lei sui social con borse griffatissime e abiti di lusso: un'ostentazione ai limiti della cafonata. Accostate e messe a confronto, quelle immagini stridono parecchio. E non occorre nemmeno scomodare il filosofico dualismo tra etica ed estetica per rimanerne infastiditi. Le presunte contraddizioni della famiglia Soumahoro sono anche una questione di stile. Anzi di "moda", per usare le improbabili argomentazioni dello stesso deputato ivoriano. Interpellato in tv sulla passione di sua moglie per i vestiti firmati, da lei stessa esibita sui social, il politico assurto a paladino degli ultimi ha assicurato di non aver provato imbarazzo, adducendo una giustificazione destinata a scatenare ironie.

"Il diritto alla moda"

Aboubakar Soumahoro si batteva per i diritti dei più poveri, la moglie Liliane Murekatete (anche lei travolta indirettamente dalla vicenda riguardante la suocera del deputato) pubblicava foto nelle quali appariva con indosso capi d'abbigliamento e accessori di lusso. Ebbene, a Corrado Formigli che gli chiedeva se quegli scatti non fossero stati inopportuni e discrepanti rispetto al suo ruolo, il sindacalista ha risposto così: "Non mi ha creato nessun imbarazzo. Ritengo che il diritto all'eleganza, il diritto alla moda, è una libertà. La moda non è né bianca né nera, è semplicemente umana". E ancora: "Qualcuno più di una volta mi ha detto che sono sempre vestito di verde. È una questione di scelta. Quelle immagini probabilmente vanno anche datate...". La donna, in una dichiarazione dei giorni successivi all'Adnkronos, avrebbe infatti spiegato che la gran parte delle foto risaliva "al 2014/15", ovvero - aveva affermato - "quando non avevo alcun incarico nella cooperativa Karibu e quando non avevo ancora conosciuto il mio compagno". Precisazioni che accogliamo di buon grado e che riportiamo per completezza d'informazione.

Le ironie su Soumahoro

Chissà però cosa avranno pensato certe personalità della sinistra impegnata, un tempo affezionate al cashmere e al velluto. Se gli stivali infangati di Soumahoro erano stati spiazzanti, forse lo saranno stati ancor più gli abiti della consorte, con quei loghi modaioli in bella vista. "Signora mia, non c'è più l'eleganza di una volta...". Così, tra i diritti inderogabili da inserire nelle battaglie di sinistra, ora abbiamo scoperto che c'è anche quello alla moda. E guai a chi lo tocca. Le discutibili argomentazioni del parlamentare ivoriano hanno peraltro scatenato ironie sulla rete. "Il paladino dei poveri e degli oppressi che lotta per la borsa di Louis Vuitton!" ha commentato ad esempio un utente. E un altro: "Vogliamo l'istituzione del bonus fashion per esercitare il nostro sacrosanto diritto alla moda".

L'accusa: "Migranti in condizioni malsane"

Battute a parte, le obiezioni sulle borse e sugli abiti della signora Soumahoro non si possono derubricare come una questione di scelte o di moda. "Aboubakar è stato messo in croce per quelle foto perché non le ha condannate pubblicamente per appagare le aspettative dei cultori dei reality show e non ha voluto parlare di mie vicende private correlate a quelle foto", ha affermato Liliane Murekatete, lamentando un attacco mediatico e annunciado di adire le vie legali nei confronti di chi l'avrebbe "consapevolmente e persistentemente diffamata, ai limiti dello stalking". E ancora, in riferimento al pagamento degli stipendi ai dipendenti delle coop, la donna ha aggiunto: "Si sorvola sul fatto che anch'io (che peraltro sono in aspettativa dall'aprile 2022) sono in attesa della corresponsione degli arretrati. E ovviamente il sottotesto della narrazione esclude a priori l'ipotesi che possa esistere una donna africana benestante (e/o che possa diventarlo onestamente) e men che mai che essa possa contemporaneamente impegnarsi nelle questioni sociali". Secondo alcune denunce, i migranti ospiti delle cooperative gestite dalla suocera del parlamentare sarebbero stati anche costretti a vivere in condizioni malsane. Ben diverse, sempre secondo l'accusa, dallo stile di vita che diversamente si sarebbe concessa la consorte di Aboubakar.

La precisazione di Liliane Murekatete

Anche sulla questione selfie, però, la signora ha voluto legittimamente dare la propria versione dei fatti, volta a smentire alcune terminologie sul suo conto ritenute offensive.

"La costruzione del racconto mediatico volto a rappresentarmi come una cinica 'griffata' e ad affibbiarmi icastici titoli derisori, una che pubblica selfie (peraltro dello stesso tenore di quelli di centinaia di migliaia di giovani donne occidentali e non) mentre i lavoratori della cooperativa non ricevono gli stipendi è artatamente falsata", ha affermato Liliane, intenzionata a difendere la propria immagine dal turbinio delle polemiche ancora in corso.

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