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"Il mio addio alla politica maschilista"

L’ex parlamentare, moglie di Bondi: "Viviamo in simbiosi, l’ho persino convinto a volare"

"Il mio addio alla politica maschilista"

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"Il mio addio alla politica maschilista"

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Le coppie glamour della politica di oggi, alla Nicola Fratoianni-Elisabetta Piccolotti (i Fratoiannez), non sanno di dover ringraziare loro. Antesignani, con vita ben più complicata, dell’amore tra colleghi a Montecitorio: Manuela Repetti (ex deputato e senatore di Forza Italia e del Popolo delle Libertà) e Sandro Bondi (ex coordinatore nazionale e portavoce di Forza Italia, ex ministro dei Beni Culturali). Si sono messi assieme e hanno piantato la politica. Già da anni. Lei è gentilissima, irrimediabilmente educata, vegetariana da prima che fosse di moda e lascia immaginare dietro di sé mondi puliti e in ordine: fa venire in mente certi stilisti etici del Nord Europa. Lei e Bondi vivono a Novi Ligure in una casa con giardino e tre grandi cani anziani salvati dal canile, lui oggi è in pensione, lei (classe 1966) è dirigente d’azienda nel campo della cybersecurity. E soprattutto è al suo secondo romanzo (giallo) Sotto la neve ambientato nel cupo e rarefatto paesaggio di un paesino, Lastville, che in realtà è Churchill, la capitale mondiale degli orsi polari. Uno dei tanti viaggi fatti realmente con il suo compagno.

Come lo ha convinto a prendere un aereo?
«Quando c’è fiducia totale tra due persone, ci si affida all’altro. Ci è voluto un po’ perché era terrorizzato, si figuri che avevo paura anch’io. Ma adoro viaggiare e ho fatto capire a Sandro di quante emozioni si privasse».

Altre cose a cui lo ha iniziato?
«La letteratura americana. Lui è molto colto e legge moltissimo, più di me. Ma gli autori americani non li frequentava tanto».

Però scriveva poesie. È mai stata gelosa di quelle dedicate a Silvio Berlusconi?
«Ovviamente no. E ovviamente tra Sandro e Berlusconi non erano le poesie a contare. Ma ben altro».

C’è chi dice che sia stata la donna che ha fatto lasciare Berlusconi a Bondi. E Aldo Cazzullo ha scritto che leggendo il suo primo romanzo ha capito perché.
«Non sono certo stata io. Forse accanto a me ha compreso di voler cambiare vita, di volerne un’altra».

Lei perché l’ha cambiata?
«In politica mi sembrava di non aver più nulla da dare. Mi occupo ancora delle cause che mi stanno a cuore, la disparità di genere, la difesa degli animali, ma lo faccio in modo diverso. Anche scrivere di certi argomenti è un modo per aiutare le donne».

Ma qual è stato il motivo per cui vi siete staccati dal Cavaliere?
«Io posso rispondere per me. E dire che al Cavaliere sarò sempre grata. Ma mi sembrava che a un tratto i progetti liberali si fossero un po’ impantanati».

Siete andati al suo funerale?
«Certo che sì. Sandro lo aveva anche sentito ogni tanto».

Cosa porta con sé della sua esperienza politica?
«Il fatto di aver toccato con mano certe arretratezze nei confronti delle donne. Un maschilismo inossidabile. Sono tutti pronti a fornire dati di inclusione ma a me sembra che sulla condizione femminile ci sia ancora molto da lavorare».

Però abbiamo un premier donna.
«Che io stimo moltissimo: è forte, capace, si è fatta da sola. E non oso immaginare la fatica, vista la situazione».

Perché adesso osannano certe coppie politiche della sinistra (Fratoianni-Piccolotti) e con voi sono stati tanto tranchant?
«Non so se con noi siano stati tranchant (insiste sulla pronuncia ridendo, ndr) ma sa cosa le dico? Ce ne siamo anche fregati. Quando sei esposto controllano anche se respiri bene o male. Oggi forse le critiche si annacquano di più. Ce ne sono talmente tante rivolte a tutti...».

Bondi era l’unico politico capace di arrossire. Che compagno è?
«Con me non arrossisce affatto. È molto serio, determinato, perfino severo».

La forza e la debolezza di Bondi: è troppo romantico. Lei di cosa si è innamorata?
«Dell’intesa, della complicità totale. Quando c’è un problema ci guardiamo e ci capiamo anche senza parlarci».

Entrambi avete un figlio da precedenti unioni. Andate tutti d’accordo?
«Sì certo. Io mio figlio l’ho avuto a 17 anni, ora ne ha 40 e vive a Savona. Quello di Sandro ne ha 26 e vive a Bruxelles per lavoro».

Ritiene che vi manchi qualcosa?
«Il tempo. Lo vivo come una spada di Damocle. Sandro è più fortunato di me in questo perché ha più fede, dubita meno rispetto a quanto faccia io. La fede è una cosa che invidio».

Una delle poesie di Bondi si intitolava «Perdonare Dio». Vasto programma...
«Credo sia difficile giustificare tante delle cose orrende che vediamo ogni giorno».

Lo interpreta bene. State ancora mano nella mano?
«Perché ci siamo tenuti tanto per mano? Questi sono gli algoritmi delle ricerche (ride di nuovo, ndr)».

Una routine d’amore?
«Parlare. Di continuo. Noi iniziamo a parlare a colazione e non finiamo più. Quando smetti di farlo è un disastro. È la fine».

Perché non vi sposate?
«Non ne parliamo mai.

Quindi va bene così».

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