Nuovo test di Medicina: il business dei corsi

Il ministero all’Università segnala all’Antitrust le pubblicità “ingannevoli” delle società di formazione. Corsa per accaparrarsi la potenziale platea di 54mila clienti

Nuovo test di Medicina: il business dei corsi

«Supera il semestre filtro di Medicina al 100%. Garantito!» promette MedCampus. «95% di successo» fa eco Cordua. «Tasso di successo del 98,3%» assicura UnidFormazione. E così anche Cepu: «Due candidati su tre raggiungono il proprio obiettivo». «Più di 20mila ammessi in 15 anni» si fa pubblicità Testbuster. Ma come è possibile fare certe promesse quando questo è il primo anno alla facoltà di Medicina col semestre filtro?

Il test d’ingresso per le matricole non c’è più, il business dei corsi di preparazione sì. Perdere gli introiti dei corsi pre selezione per molte società equivarrebbe a dimezzare le entrate. E allora ecco che nessuno molla sulla pubblicità in vista dell’esame di scrematura che si terrà a novembre e dicembre. Spesso esagerando un po’. Almeno quanto basta per mobilitare il ministero dell’Università e della ricerca che ha deciso di segnalare all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e alla Procura i casi di annunci «fuorvianti e destituiti di qualsiasi fondamento». «L’informazione sui tassi di successo che si basa su sistemi precedenti diversi dall’attuale impianto - scrive il segretario generale del ministero, Francesca Gagliarducci - è fatta di messaggi che risultano potenzialmente ingannevoli in quanto contengono informazioni non veritiere».

EFFETTO SCREMATURA

Resta il fatto che gli studenti dovranno prepararsi anche per la selezione di sbarramento, altrimenti non potranno continuare a frequentare medicina. Per come era stata presentata e raccontata la riforma – come un’abolizione del numero chiuso a Medicina – il futuro delle aziende dei corsi era incerto, ma nei fatti le cose non sono cambiate granché: l’esame del «semestre filtro» è di fatto una selezione spostata più avanti nel tempo e in buona parte basata sulle stesse materie. Molte di queste aziende si sono quindi semplicemente adattate al nuovo sistema.

I corsi di chimica, fisica e biologia proseguono fino a fine novembre, e tra novembre e dicembre si sostengono i relativi esami, con due appelli disponibili (uno il 20 novembre e uno il 10 dicembre): solo se vengono superati si può proseguire. L’esame consiste in 31 domande per ognuna delle tre materie, per un totale di 93 domande: 15 a risposta multipla, con 5 opzioni di risposta, e 16 a risposta aperta. Per ogni esame si hanno a disposizione 45 minuti.

COSA CAMBIA

«Prima nel test d’ingresso c’erano 60 domande, ora 90 in tutto; prima 100 minuti a disposizione, ora 135; prima le materie erano biologia, fisica, chimica, matematica, logica e ragionamento, ora solo biologia, fisica e chimica: è difficile non chiamare anche questo un test d’ingresso» dice Ludovico Callerio, cofondatore di una delle aziende che preparano ai test, Testbusters. Anche l’organizzazione dell’esame è molto simile a quella di un test d’ingresso: benché organizzato dai singoli atenei, l’esame finale del semestre filtro è uguale su tutto il territorio nazionale (si svolge persino in contemporanea).

Comunque queste aziende, oltre a preparare ai test d’ingresso, lavoravano già sulla preparazione agli esami universitari. La più nota è Cepu, ma vale lo stesso anche per altre, come Alpha Test, UniD Formazione, MedCampus e la stessa Testbusters.

Tranne che nel caso di Cepu, per cui i test d’ingresso erano una parte «accessoria» del lavoro dell’azienda, per altre di queste la preparazione ai test d’ingresso rappresentava una parte consistente del proprio fatturato: «Almeno la metà del fatturato», dice Callerio; «Una parte significativa benché non preponderante», dice Alessandro Magno, ceo di Alpha Test; «Circa il 50 per cento del fatturato», dice Leonardo Vaghaye, ceo di MedCampus.

Inizialmente il modo in cui era stata raccontata l’imminente riforma sul numero chiuso aveva avuto un impatto sulle aziende: «In tutto il settore c’è stato un generale calo di iscritti, anche perché il governo aveva parlato di abolizione del numero chiuso», dice Callerio. Dopo poco però è diventato chiaro che il sistema non sarebbe cambiato granché. Per questo molti si sono «permessi» di pubblicizzare i risultati ottenuti con i vecchi test per dare garanzia di una buona preparazione.

«Ora la prova da superare non sarà più basata solo sulle conoscenze ottenute al liceo, ma sulla frequentazione di corsi universitari: la preparazione è quindi più approfondita, ma basata su principi base di materie che non cambiano con un decreto ministeriale», dice Callerio. Nel caso di Testbusters, l’azienda ha aggiunto un modulo teorico da frequentare in parallelo al semestre universitario, con un monte ore cresciuto «da 300 a 370». Nel caso di Alpha Test, a chi si iscrive vengono offerti diversi tipi di corsi, con programmi specifici su una singola materia o di preparazione generale all’esame, con esercitazioni svolte in maniera più intensiva a ridosso della prova, come accadeva coi test d’ingresso.

Al semestre aperto quest’anno si sono iscritte 54mila persone circa ma i posti disponibili sono 24.026, dato che comprende sia i corsi in inglese che quelli in italiano, sia in università pubbliche che private. I posti disponibili per studiare medicina in una università pubblica sono soltanto 16mila. «Hanno trasformato il percorso in una gara a ostacoli che rischia di lasciare indietro migliaia di studenti» criticano i rappresentanti dell’Unione degli Universitari.

Ma è lo stesso ministro all’Università Anna Maria Bernini a sostenere come si tratti invece di «una riforma di giustizia ed equità. Significa spalancare le porte a chi crede nello studio e nel futuro. È l’università che cambia: più giusta e capace di dare opportunità a tutti».

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