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Alle origini degli spaghetti allo scoglio

Alle origini gli spaghetti allo scoglio erano in realtà spaghetti con lo scoglio, l'ingrediente principale erano i sassi

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Alle origini degli spaghetti allo scoglio

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Per moltissimi italiani ( e non solo) un bel piatto di spaghetti allo scoglio rappresenta una vera gratificazione per il palato, la vista, l'olfatto e persino per lo spirito, saporiti, appaganti, colmi di cozze, vongole, crostacei, molluschi e di ogni altro frutto che i nostri mari possano offrire, questi spaghetti sono in grado di mandare in estati chi li assaggia.

Ovviamente si possono usare altri tipi di pasta come i paccheri o le mezze maniche, il risultato è sempre squisito ma sono gli spaghetti ad essere diventati una vera icona.

Un piatto sfarzoso, spesso consumato durante le feste e in occasioni di eventi speciali, divenuto simbolo di benessere e opulenza.

Sono in pochi però a sapere che in origine questa pietanza era tutt'altro che ricca ed erano letteralmente spaghetti con lo scoglio, nel senso che il condimento del sugo era rappresentato da pietre marine.

Avete letto bene. Un tempo gli spaghetti venivano cucinati con i sassi.

Una ricetta antichissima figlia di quell'arte di arrangiarsi che ha sempre caratterizzato gli italiani.

La necessità e la povertà aguzzano sempre l'ingegno, quando lo stomaco brontola dalla fame ecco che arrivano le ispirazioni.

Si dice che la ricetta della pasta con le pietre di mare sia stata inventata a Castellamare di Stabia che con orgoglio ne rivendica la paternità ma la troviamo diffusa in tante altre zone costiere d'Italia, in Toscana, in Calabria e in Sicilia.

Durante le carestie e le guerre le scorte alimentari finivano in fretta e procurarsi il cibo necessario al sostentamento necessario diventava una vera impresa, i prezzi schizzavano alle stelle e solo in pochi ricchi e fortunati potevano permettersi il lusso di nutrirsi decentemenete.

Persino le rive del mare e le scogliere venivano prese d'assalto per la disperazione.

Mitili, patelle, cannolicchi, granchietti , tutto veniva portato via e divorato per placare i morsi della fame, finchè non rimanevano solo le pietre e pure quelle, con intraprendenza vennero tramutate in nutrimento.

La ricetta prevede di cercare quelle pietre che spesso si incastrano tra gli scogli più grandi e che onda dopo onda si impregnano di salsedine, ospitando a volte minuscoli crostacei e alghe marine.

Dopo di chè venivano messi in pentola insieme ad altri ingredienti fortunosamente raccolti, un filo d'olio, uno spicchio d'aglio, magari una manciata di pomodorini schiacciati e qualsiasi altro ingrediente si fosse in grado di recuperare.

Avveniva così il miracolo.

Le pietre con il calore rilasciavano i profumi e i sapori del mare, una volta aggiunti gli spaghetti creavano l'illusione di mangiare un piatto da gran signori.

Questa ricetta venne quasi dimenticata grazie anche alle migliorate condizioni di vita della popolazione ma qualche chef la sta riproponendo anche ai giorni nostri, come tributo alla tradizione e alla grande inventiva degli italiani.

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