Quindi, oggi...

Papà Turetta ora taccia, Bonelli il patriarca e Kissinger: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la strategia di Filippo Turetta, Calenda stende Schlein e il Papa

Screen "Chi l'ha visto?"
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Papà Turetta ora taccia, Bonelli il patriarca e Kissinger: quindi, oggi...

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- La sinistra è messa talmente male che non riesce a trovare un punto di incontro neppure quando deve fare quadrato contro il governo. L’abbiamo visto. E mi fa sorridere chi fa i conti coi sondaggi confrontando il “centrodestra” con il “centrosinistra” inteso come ammucchiata con cane, gatto, topo, il ragno e la mosca mora. State a sentire cosa dice Calenda: "Ma pensiamo veramente che l'alternativa a questo governo sia un'ammucchiata che vada da me a Fratoianni, Bonelli, Conte e Schlein?”. Discorso chiuso. Amen. Kaputt. Fine. Sipario.

- Il giudizio di Calenda su Elly è tosto, eh. Testuale: “La Schlein ieri ha detto che vuole levare i sussidi al gas, e altre cose che determinerebbero il fallimento delle aziende, poi che lei vorrebbe elettrificare tutto, però non producendo più energia elettrica. Ma non è politica. Quello che fa la Schlein sono appelli morali che nel contenuto non hanno niente e non si costruisce un'alternativa di governo fatta in questo modo”. Calenda ha ragione. Ma gli faremmo notare che s’era già capito quando Elly aveva provato a spiegare che sul termovalorizzatore il Pd stava cercando di costruire "dei cicli positivi, della circolarità uscendo dal modello lineare". Ricercatori di tutto il mondo stanno ancora tentando di tradurne il significato.

- Il Papa attacca: che errore "maschilizzare" la Chiesa. Sono d’accordo, soprattutto quando se la prende con i teologi tra cui ci sono solo 5 donne. Ok. Ma i membri della Commissione Teologica Internazionale non sono mica spuntati su così dal nulla. Le nomine sono state fatte il 27 luglio del 2021, quindi regnante Bergoglio. Dunque: con chi si la prende?

- La storia di Eleonora Evi che accusa Angelo Bonelli di patriarcato è meravigliosa. In pratica lei rinfaccia a lui di essere a capo di un partito personale (alla buon’ora) e patriarcale. "Non faccio la marionetta del pinkwashing". Se posso permettermi, aggiungerei che l'esperienza Verdi degli ultimi mesi -più che personale e patriarcale- è stata fallimentare, visto che dei 6 deputati eletti uno era Soumahoro (e sappiamo com’è finita) e l’altra se ne è già andata, dopo appena 12 mesi di legislatura. Anno nero per il Verde italico doc.

- Fossi in Nicola Turetta, papà di Filippo, farei una bella cosa per la famiglia e per suo figlio: smetterei di andare in tv. Il modo migliore per evitare di infliggere dolore alla famiglia di Giulia Cecchettin e peggiorare l’immagine del killer è scomparire. Tacere. Smettere di parlarne. Perché insistere sulla storia "dell'embolo” o dell’assenza di “mano armata” (con che l’ha ammazzata, a parole?), o peggio ancora definire un 22enne come "un bambino", come fatto nell'ultima intervista a Chi l'ha visto, crea solo un gran casino e non sarà in alcun modo utile al processo.

- L’Anpi torna in campo, ovviamente contro il governo. E lo fa accusando il pacchetto sicurezza del governo di provocare una “deriva poliziesca”. Il problema, vero, in Italia è che ancora oggi diamo peso alle posizioni di un'associazione il cui scopo dovrebbe essere meramente storico. E non politico.

- Alla Lamborghini arriva la settimana lavorativa di quattro giorni e lo smart working fino a 12 giorni al mese. Luxottica fa lo stesso, riducendo le ore di lavoro a parità di stipendio. Domanda: ma io sono l’unico a faticare sempre come un somaro e a guadagnare più o meno lo stesso?

- È morto Henry Kissinger e come sempre si sprecano gli elogi. È stato come tutti gli uomini politici un personaggio dai mille volti, meritevole di lodi per alcuni atti e decisamente contestabile in altri. Come ognuno di noi. Il suo più grande successo, tuttavia, credo sia essere arrivato a 100 anni con le capacità fisiche e mentali per essere in grado ancora di manovrare qualcosa a livello globale. E questo non è da tutti. Anzi.

- Sulla “legge bavaglio”, così la chiama il presidente dell’Ordine dei giornalisti, non mi esprimo. Certo le querele fatte a cavolo di cane sono un problema, ma vorrei soffermarmi su una frase di Carlo Bortoli, che sulle sanzioni dice: "Sono cifre assolutamente spropositate, che producono un effetto dissuasivo dirompente. Di norma oggi la sanzione è mille euro. Rendiamoci conto: 50mila euro un collaboratore o un freelance li guadagna in 5 anni. Significa piegare i colleghi al silenzio”. Ecco. Ma forse il vero problema, quello serio, è che un collaboratore prenda all’anno solo 10mila euro (meno di mille al mese).

E che nessuno s’indigni.

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