
In estate, a seconda di dove intendiamo andare, non è infrequente imbatterci nelle zecche. Questi fastidiosi artropodi sono particolarmente attivi in questo periodo dell'anno, e prediligono ambienti umidi e caldi. Ad essere a rischio morso non sono soltanto i nostri animali; anche l'uomo, infatti, viene considerato un ottimo bersaglio. Ecco perché in caso di passeggiate in campagna o per i boschi è sempre bene prestare attenzione.
Le zecche sono dei parassiti che attaccano molte specie animali, incluso l'uomo. Sono artropodi molto piccoli - si va da qualche millimetro a un millimetro - e in tutto il mondo se ne contano circa 900 specie, suddivise in Argasidae, meglio note come zecche molli, e Ixodidae, ossia zecche dure. Le Ixodidae sono particolarmente diffuse e, purtroppo, fungono da vettori per diversi batteri e protozoi, che vengono trasmessi mediante morso. Ciò le rende pericolose dal punto di vista sanitario.
Ambienti umidi, boscosi e carichi di vegetazione, con erba molto alta, sono il loro habitat ideale. D'inverno le zecche tendono a rifugiarsi nei pertugi, mentre d'estate sono particolarmente attive. Individuano un potenziale ospite e si attaccano alla sua cute per suggere il sangue. "Si appostano all'estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale o di un uomo. Grazie all'anidride carbonica emessa e al calore dell'organismo, questi acari avvertono la presenza di un eventuale ospite e vi si insediano conficcando il loro rostro nella cute e cominciando a succhiarne il sangue", è la spiegazione fornita dal CNAPPS (Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione) dell'Istituto superiore di sanità.
Il morso non è particolarmente doloroso, né pruriginoso, pertanto non sempre è possibile accorgersi della sua presenza. A un certo punto, però, la zona circostante al morso comincia a dare prurito e a quel punto si nota il parassita. Si tenga conto che una zecca è capace di restare attaccata all'ospite per giorni. Per rimuoverla è consigliato utilizzare una pinza a punte sottili, avendo cura di avvicinarla il più possibile alla cute. Una volta afferrato il parassita, va tirato leggermente, avendo cura di effettuare un movimento di rotazione. L'area va disinfettata accuratamente sia prima che dopo la rimozione del parassita.
Il consiglio è sempre quello di rivolgersi al medico. Più una zecca resta attaccata, più c'è il rischio che trasmetta dei patogeni. Potrebbe essere necessaria la profilassi antitetanica.
Gli esperti consigliano di indossare abiti chiari e coprenti quando si fanno passeggiate in campagna o per i
boschi. Il colore chiaro, infatti, permette di individuare subito i parassiti, mentre le maniche lunghe e pantaloni proteggono braccia e gambe. Anche un cappello può aiutare. Da evitare, inoltre, le zone con l'erba alta.