Erano state annunciate e, alla fine, le violenze al corteo dei metalmeccanici a Genova sono arrivate. Giunta davanti alla prefettura, la manifestazione, con in testa gli esponenti Fiom, ha prima effettuato una battitura sulle reti preposte dalla Polizia di Stato e poi, con l'ausilio di mezzi da lavoro, tra cui trattori, sono riusciti a strapparle, non prima di un intenso lancio di petardi e uova contro le forze dell'ordine. Utilizzando cavi d'acciaio e la forza di trazione del mezzo, hanno aperto un varco tra le macchine della polizia. Sono stati scanditi cori e insulti contro il ministro Urso e contro gli stessi agenti. In piazza con la Fiom anche Usb, Cambiare Rotta e Osa. È stata segnalata in corteo anche la presenza del sindaco Silvia Salis.
In riferimento alla vertenza ex Ilva, "a rischio c'è un pezzo dell'industria italiana. Chiederemo risposte e domani chiederò che la vertenza passi ad un tavolo con la regia della presidenza del Consiglio, perché finora non abbiamo avuto le risposte di cui avevamo bisogno sul futuro di questi lavoratori", ha detto il sindaco. Il sindaco non c'era davanti alla prefettura dove sono avvenuti gli scontri, senza cariche di alleggerimento da parte degli agenti. La polizia ha risposto con lancio di fumogeni al lancio di oggetti e uova contro lo schieramento, mentre alcuni manifestanti legavano le corde d'acciaio agli alari per strapparli. "Ci dovrete arrestare tutti", ha dichiarato Armando Palombo (Fiom) con un megafono alle forze di polizia schierate.
"Noi vogliamo solo lavorare", ha aggiunto mentre partiva il coro "lavoro, lavoro". Insulti anche ai giornalisti e ai fotografi presenti davanti alla prefettura che stavano raccontando il corteo e le tensioni. "Abbiamo chiesto alla sindaca di interrompere i lavori del Consiglio comunale fino a quando non ci saranno risposte da parte del governo", ha dichiarato Armando Palombo dopo l'incontro con Salis.
Dopo l'intervento del sindaco per tentare di stemperare gli animi, comunicando che domani è previsto un incontro con il ministro Urso a Roma, il corteo ha raggiunto la stazione di Genova Brignole, non trovando alcuna opposizione per l'ingresso nell'atrio principale. Qui sono stati intonati cori come "vergogna, vergogna", "lavoro, lavoro", "siete voi la rovina dell'Italia".