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Quella volta in cui Giulio Andreotti vinse il Telegatto

Giulio Andreotti è stato uno dei politici più importanti della Prima Repubblica, ma il suo lato ironico e brillante lo ha spinto a prestarsi anche a palchi inconsueti, come quelli del cinema e della televisione

Quella volta in cui Giulio Andreotti vinse il Telegatto

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Uno dei volti che più di tutti ha incarnato la Prima Repubblica d'Italia: Giulio Andreotti. Un formidabile politico, un inossidabile e incorreggibile principe romano, nel senso più machiavellico del termine. Un uomo misterioso, ma anche aperto ed espansivo, dotato di un sagace e finissimo humor, con il quale ha incrementanto la sua popolarità. Tra le tante, è celebre la battuta: “Non attribuiamo i guai di Roma all’eccesso di popolazione. Quando i romani erano solo due, uno uccise l’altro”. La sua fisionomia, gli occhialoni spessi e il passo felpato, è stata un valore aggiunto che lo ha reso ancora più riconoscibile agli italiani. Il sette volte presidente del Consiglio, longevo portabandiera della Democrazia Cristiana, ha coltivato un rapporto intimo anche con le telecamere, prestandosi spesso e volentieri a presenze sul piccolo e sul grande schermo. Indimenticabile la sua comparsata nel film "Il Tassinaro", con l'amico Alberto Sordi, al pari delle volte in cui è andato a ritirare gli "Oscar" della tivù italiana: il Telegatto.

Il Telegatto

Nel 1971 la rivista "TV Sorrisi e Canzoni" idea un concorso, chiamato "Gran Premio Internazionale dello Spettacolo", volto a premiare le migliori personalità italiane dell'anno solare, spaziando dalla tivù al cinema, passando per lo sport, la cultura, la musica e persino la politica. Ai vincitori viene consegnato un gatto d'oro, che per tutti diventa il "Telegatto". L'idea di realizzare una statuetta a forma di micio fu dell'allora direttore Dario Baldi, che prese ispirazione dal proprio animale domestico, Bolla. Il felino dovrebbe comunicare calore e unità, come quando il nucleo familiare si riunisce nel proprio salotto a guardare la televisione.

Negli anni la kermesse ottiene sempre più consensi, tanto che nel 1984 approda sulle reti Mediaset con l'allure di un evento molto glamour, al quale tutti aspirano a partecipare. A votare i vincitori sono proprio gli italiani che, tramite un apposito tagliando contenuto nella rivista, indicano le personali preferenze per ogni categoria. Ed è qui che Andreotti, oltre alle urne, scopre di essere un volto particolarmente apprezzato.

Andreotti ritira il Telegatto

Il Divo Giulio verrà premiato, per la prima volta nel 1987, in qualità di personaggio politico dell'anno, guadagnandosi anche la copertina di "TV Sorrisi e Canzoni", insieme ai "Magnifici Sette" di quell'anno, posando al fianco di Vittorio Gassman e Corrado. Lo scafato politico avrà occasione di ripetersi anche in altre due occasioni, nel 1988 e nel 1990. In occasione di quest'ultima, presenzia sul palco del "Telegatto" in veste di presidente del Consiglio, duettando con arguzia e simpatia con lo storico presentatore Corrado, il quale gli chiede: "Prima c'è stato l'attore Gregory Peck, che ha detto che in Italia non è cambiato nulla, perché nel '52 fino a oggi c'era Giulio Andreotti e c'è ancora Giulio Andreotti. Lei che risponde?". La vecchia volpe prende una pausa, accenna un sorriso, alza le sopracciglia e in modo sottile replica: "Beh, sono molto contento di essermi trattenuto...".

Sipario.

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