
Secondo quanto rilevato dal “Rapporto Almalaurea 2025 sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati”, gli ex studenti dell’Università Statale di Milano registrano risultati occupazionali molto positivi. A un anno dal conseguimento del titolo, ha trovato un impiego l’80,2% dei laureati triennali, mentre la percentuale sale all’83,8% per chi ha completato un percorso a ciclo unico o una laurea magistrale. A distanza di cinque anni, il tasso di occupazione complessivo raggiunge il 92,6%.
La percentuale di occupati
Cresce il numero dei laureati occupati dell’Università Statale di Milano, con risultati che si confermano al di sopra della media nazionale. A evidenziarlo è il Rapporto 2025 sulla condizione occupazionale dei laureati, diffuso oggi da Almalaurea. Il Consorzio Interuniversitario ha preso in esame un campione di circa 690 mila laureati provenienti da 81 atenei italiani.
L'Università di Milano
Per l’Università degli Studi di Milano, l’indagine ha riguardato un totale di 21.957 laureati. L’analisi si è focalizzata sulle performance occupazionali dei laureati triennali e magistrali del 2023, intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, e su quelle dei laureati magistrali e a ciclo unico del 2019, rilevate a cinque anni dalla laurea.
Tra i laureati triennali dell’Università Statale di Milano che non hanno proseguito gli studi con un altro ciclo formativo, l’80,2% risulta occupato a un anno dal conseguimento del titolo. Si tratta di un dato in crescita di oltre due punti percentuali rispetto all’anno precedente e superiore alla media nazionale, che si ferma al 78,6%. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, il 37,9% ha un contratto a tempo indeterminato, il 23,9% lavora con un contratto a termine, mentre il 12,4% è impegnato in attività autonome.
I laureati di secondo livello
A un anno dal conseguimento della laurea di secondo livello, l’83,8% dei laureati dell’Università Statale di Milano risulta occupato, con un incremento di 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente e un dato superiore alla media nazionale, che si attesta al 78,6%. Tra gli occupati, il 23,1% ha un contratto a tempo indeterminato, il 21% lavora con un contratto a termine, mentre il 9% esercita un’attività autonoma.
Il tasso di occupazione cresce ulteriormente a cinque anni dalla laurea, raggiungendo il 92,6%, in aumento di 4 punti rispetto al 2024 e al di sopra della media nazionale (89,7%). In questo intervallo temporale, il 52,3% dei laureati ha un contratto a tempo indeterminato, il 12,9% è assunto a tempo determinato e il 17% lavora in proprio.
La distribuzione dei laureati nei diversi settori occupazionali resta sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. La maggior parte, pari al 64%, trova impiego nel settore privato, mentre il 33,9% è inserito nel pubblico impiego e il 2,1% opera all’interno del terzo settore. Per quanto riguarda gli ambiti produttivi, l’81,5% lavora nei servizi, il 16,3% nell’industria e l’1,9% nel settore agricolo.
Le parole del rettore
“Un’università multidisciplinare come la nostra ha un compito molto preciso: allenare le menti e forgiare capacità durature nel tempo, logica, linguaggio, storia, pensiero critico, per formare non solo lavoratori ma pensatori e cittadini.
Una mente solida possiede cultura, metodo e capacità di analizzare la complessità della realtà che ci circonda: solamente accogliendo professionisti con anche queste competenze, e non solamente con capacità tecniche, il mercato sarà sempre in grado di reinventarsi alla luce dei continui e repentini cambiamenti”, ha concluso Marina Brambilla, Rettrice dell’Università degli Studi di Milano.