Salgono a 9 i morti per West Nile. Il virus rilevato anche in Puglia

Cresce l’allerta per il virus West Nile sono attualmente 9 i morti nel nostro Paese dopo due decessi in giornata in Campania. Intanto in Puglia è stato rilevato un caso in un cavallo nel Leccese, segnale della circolazione del virus sul territorio

Salgono a 9 i morti per West Nile. Il virus rilevato anche in Puglia
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Ancora un morto per il virus West Nile, il nono in Italia. Il decesso è avvenuto sempre nel Casertano, dove le vittime sono state quattro in pochi giorni: si tratta di un 76enne della provincia di Salerno, ma ospite di una residenza sanitaria a Grazzanise. L'uomo, dal quadro clinico già compromesso come gli altri tre pazienti deceduti, era stato ricoverato nei giorni scorsi in ospedale e poi trasferito nella residenza sanitaria. Stamattina era morto all'ospedale di Caserta un 73enne di Maddaloni.

Un cavallo in Puglia risultato positivo

Anche in Puglia si accende l’allarme per il virus West Nile: un cavallo è risultato positivo nella provincia di Lecce, in un maneggio dell’hinterland. La notizia arriva dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Lecce, che ha immediatamente allertato i Comuni per rafforzare le misure di disinfestazione e il rispetto delle norme igieniche. Pur non essendoci rischio di trasmissione diretta da cavallo a uomo, resta alto il livello di attenzione per la presenza della zanzara Culex, il principale vettore del virus. È proprio pungendo animali infetti che questi insetti possono poi trasmettere l’infezione all’uomo.

Donazioni di sangue sospese in 31 province

Il contagio animale coincide con un aumento delle misure precauzionali a livello nazionale. Il Centro nazionale sangue ha aggiornato l’elenco delle 31 province dove sono sospese o limitate le donazioni di sangue. In queste zone dovranno essere effettuati i test NAT sui donatori o applicata una sospensione precauzionale di 28 giorni per chi abbia soggiornato anche solo una notte nei territori interessati.

Nessun picco, ma più casi attesi ad agosto e settembre

Secondo Matteo Bassetti, infettivologo, non si può parlare di “picco” trattandosi di una malattia non trasmissibile da uomo a uomo. Tuttavia, i mesi più a rischio restano luglio, agosto e settembre, quando la proliferazione delle zanzare aumenta il potenziale di contagio.
"Più zanzare infette ci sono, più aumentano i casi" spiega Bassetti. Il contagio di un cavallo, dice l’esperto, è un evento frequente e non anomalo, ma è un segnale della presenza attiva del virus nel territorio.

Serve più prevenzione

Bassetti richiama all’urgenza di investire nella prevenzione, in particolare con disinfestazioni mirate dove vengono segnalate zanzare infette. Fondamentale anche informare correttamente la popolazione su come proteggersi dalle punture, prima ancora che si manifestino casi umani.

Pregliasco: “Situazione da non sottovalutare”

Anche il virologo Fabrizio Pregliasco invita alla prudenza: "L’estate è solo all’inizio e già si registra un’estensione territoriale più ampia rispetto al passato. L’anno scorso abbiamo avuto 460 casi e 20 decessi, ma è plausibile che quest’anno i numeri crescano ulteriormente". A contribuire alla diffusione, secondo Pregliasco, c’è il cambiamento climatico, che favorisce la proliferazione delle zanzare. I casi confermati sono infatti "solo la punta dell’iceberg", spiega il virologo, mentre la circolazione reale del virus potrebbe essere ben più estesa.

Dodici nuovi casi nel Lazio

Sono 12 i nuovi casi tutti in provincia di Latina, che portano a 58 il totale delle infezioni registrate in regione Lazio da inizio anno. A certificarlo le analisi effettuate dal Laboratorio di virologia dell'Istituto nazionale per le malattie infettive 'Lazzaro Spallanzanì Irccs di Roma.

Dei 12 nuovi pazienti - distribuiti fra Latina, Cisterna di Latina, Pontinia, Priverno, Sabaudia e Santi Cosma e Damiano - 11 hanno sintomi con febbre e sono monitorati a domicilio, mentre un'altra ha riscontrato la sindrome neurologica, riporta una nota.

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