
Clima di alta tensione al Tribunale di Roma tra Matteo Salvini e Roberto Saviano. Il vicepremier è arrivato in aula per essere ascoltato al processo nei confronti dello scrittore accusato di diffamazione per averlo definito “ministro della malavita” nel 2018. Nel corso della stretta di mano di rito, l’autore di “Gomorra” ha attaccato frontalmente il segretario federale della Lega: “Vergognati”.
"Ho stretto la mano a Saviano in aula e lui mi ha detto 'vergognati'. È un maleducato, ma non è certo un reato" ha confermato Salvini a margine dell'udienza: "Io non ce l'ho con lui no ma se qualcuno mi dà del mafioso o amico della ‘ndrangheta non è normale: non è normale per un ministro, per un padre, per un cittadino. Noi i clan li abbiamo combattuti".
Il ministro dei Trasporti davanti al pm Sergio Colaiocco ha ribadito di voler andare avanti con la querela: “Ho ritenuto offensivo il post ‘Salvini ministro della malavita’, da ministro, da cittadino, da segretario di partito. Sono abituato alla critica politica ma espressioni come ‘amico della ‘ndrangheta’ e ‘ministro della mala vita’ non lo sono: si voleva far riferimento a una contiguità alla ‘ndrangheta che a me fa orrore”. “La mia priorità è stata la lotta alla mafia” ha proseguito Salvini: “Mi sono riletto i post essendo passati 7 anni. Allora ero ministro dell’Interno da pochi giorni e furono gli organismi del ministero e io stesso a imbattermi in questi post. Post che hanno avuto un'ampia diffusione essendo Saviano seguito da milioni di persone. Espressioni pesanti e infondate”.
Saviano in aula ha fatto dichiarazioni spontanee, mentre a margine dell’udienza è tornato a mettere nel mirino Salvini: “Riutilizzerei l’espressione ‘ministro della mala vita’ che è di Gaetano Salvemini: ritengo di avere tutto il diritto di utilizzare questo paradigma per criticare Matteo Salvini”. Lo scrittore ha poi aggiunto: “È stata una giornata importante perché finalmente Matteo Salvini dopo anni è venuto a rendere testimonianza.
Mi ha sconvolto perché non si ricordava, ometteva: ha balbettato qualcosa sulla scorta, che per lui era una valutazione politica. La cosa assurda è che emersa la figura di un politico che fa e dice cose senza pensarci”. La prossima udienza è prevista a novembre.