La famiglia di Nadia Toffa sta vivendo ore di amarezza e incredulità. Il Grosso d’Oro, la più alta onorificenza civica del Comune di Brescia conferita nel 2019 alla memoria della giornalista de Le Iene, è sparito dalla casa della madre, Margherita Rebuffoni. Non un furto qualunque, ma la perdita di un simbolo legato al coraggio e all’impegno che Nadia ha incarnato fino agli ultimi giorni.
Margherita ha scoperto il furto quasi per caso: la custodia del premio era vuota, senza alcun segno di scasso, un silenzio che ha parlato più di mille parole. "Ho sperato che chi lo ha preso capisse il suo valore affettivo, ma così non è stato", ha detto con voce ferma ma piena di dolore. Da qui l’appello pubblico: "Restituitelo. Non vale per il suo materiale, ma per ciò che rappresenta".
Un riconoscimento dal grande significato
Il Grosso d’Oro viene assegnato a personalità che si sono distinte per meriti civili, culturali e umanitari. A Nadia Toffa fu attribuito postumo nel 2019, come omaggio alla sua testimonianza di forza e alla sua attività sociale. Mentre il Comune valuta la possibilità di realizzare una copia del premio, resta l’ombra di un gesto che ha colpito profondamente la famiglia e quanti continuano a custodire il ricordo della giornalista.
La Fondazione Toffa continua il lavoro di Nadia
Parallelamente alla notizia del furto, la Fondazione Nadia Toffa Onlus ha presentato il bilancio delle attività realizzate nell’ultimo anno, confermando un impegno sempre più concreto nel campo della ricerca oncologica, della solidarietà e del sostegno alle comunità più fragili.
Tra i progetti finanziati figurano: la donazione di un sistema ecografico con neuronavigatore agli Spedali Civili di Brescia per l’identificazione delle neoplasie cerebrali; strumenti chirurgici e materiali per la chemioterapia destinati agli ospedali di Livorno e Potenza; contributi alla ricerca sulla biopsia liquida al San Raffaele di Milano; sostegni economici per progetti di intelligenza artificiale in oncologia e interventi in aree vulnerabili come la Terra dei Fuochi; aiuti a reparti pediatrici oncologici, fondazioni di ricerca e nuove collaborazioni con strutture sanitarie di diverse regioni. Cene solidali, iniziative benefiche e raccolte fondi hanno alimentato una rete di sostegno che continua a riflettere i valori di Nadia: coraggio, altruismo e vicinanza a chi soffre.
Il ricordo di Nadia
Nadia Toffa aveva raccontato pubblicamente la sua battaglia contro il tumore cerebrale, anche attraverso il suo libro Fiorire d’inverno. È scomparsa nell’agosto del 2019, a soli 40 anni, dopo un percorso affrontato con una determinazione che l’ha resa un punto di riferimento per molte persone che lottano contro la malattia.
La madre, oggi, non si arrende. Mentre continua a sostenere la Fondazione che porta il nome della figlia, rinnova il suo appello affinché il premio venga restituito: "Chi l’ha preso sappia che non si tratta di un oggetto prezioso, ma di un pezzo di memoria.
Quel premio racconta cosa Nadia è stata e cosa continua a essere attraverso il nostro lavoro". Il desiderio è semplice: che quel simbolo torni al suo posto, tra le mani di chi non ha mai smesso di far vivere l’eredità di Nadia.