Sicilia, bellezza da abitare tra recupero e investimenti immobiliari

Da sempre terra di stratificazioni e di approdi, il luogo “dove fioriscono i limoni” conferma il proprio primato nelle mappe del real estate di lusso

Sicilia, bellezza da abitare tra recupero e investimenti immobiliari
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Bellezza da abitare. Ecco la Sicilia. Forbes ne ha scritto come di una nuova frontiera degli investimenti, dove masserie, palazzi storici e dimore sul mare diventano simboli di un'eleganza globale. Da sempre terra di stratificazioni e di approdi, il luogo “dove fioriscono i limoni” conferma il proprio primato nelle mappe del real estate di lusso. Ed è ciò che i viaggiatori sanno da secoli: la bellezza in Sicilia non è solo da custodire, ma da reinterpretare e vivere; solo così l'isola potrà tornare a essere, riprendendo l’indicazione di Goethe, la "chiave di tutto".

Dietro al fascino delle pietre antiche, pero', un dubbio fa capolino: si tratta di recupero o speculazione?
"È senza dubbio”, ci dice l’ing.Giorgio Gabriele – un professionista che vive da vicino le trasformazioni – "un riconoscimento importante e un'opportunità economica per tutti. Va detto, pero', che se il lusso immobiliare resta un fenomeno modaiolo, il rischio speculativo potrebbe essere dietro l'angolo. Ecco perché una sapiente regia è fondamentale per trasformare il rischio in opportunità".

La fortunata serie americana White Lotus, ambientata a Taormina, ha determinato – specialmente da parte di cittadini nord-americani – una vera e propria gara per “accaparrarsi” pezzi pregiati del patrimonio edilizio siciliano, un forte interesse lo nutrono diverse fondazioni culturali e artistiche degli Emirati, del Qatar e Saudi. Quali altri elementi rendono l'isola così appetibile per questa fetta di mercato?
"Quello che rende la Sicilia così appetibile è la sua unicità. Lo dico da ingegnere che vive ad Ortigia: qui ogni strada, ogni palazzo ha una stratificazione che non trovi altrove, un intreccio di culture che va dal greco all’arabo, dal normanno al barocco. Non è solo bellezza estetica, è identità sedimentata nei secoli. Pensi a una masseria immersa nelle campagne di Noto o di Scicli, a un palazzo settecentesco nel cuore di Ragusa Ibla, sono luoghi che non puoi copiare, perché sono il frutto irripetibile di una storia e di un paesaggio. Ed è proprio questo fascino autentico, l’idea di abitare dentro un racconto millenario, a sedurre chi guarda alla Sicilia come nuova frontiera del lusso immobiliare".

Le amministrazioni locali hanno gli strumenti per governare questa ondata di investimenti?
"Sulla carta sì, ma mancano risorse e competenze. Bisognerebbe rafforzare gli uffici tecnici, formare i funzionari, snellire le procedure, senza abbassare i controlli".

Qual è il ruolo del tecnico in questo difficile equilibrio?
"È delicatissimo, deve tradurre i desideri del committente in un progetto possibile, rispettando le regole delle amministrazioni che non sempre parlano chiaro. È una mediazione continua la nostra, è anche necessario dire dei NO, con la difficoltà di far capire che spesso il vincolo non è ostacolo, ma valore aggiunto".

In molti denunciano un eccesso di vincoli e di burocrazia che rallentano o bloccano gli interventi. È davvero così?
"In parte sì. I vincoli sono indispensabili: senza, avremmo perso gran parte del nostro patrimonio, ma la burocrazia spesso complica tutto: procedure lente, pareri che si sovrappongono, uffici che non dialogano. Questo rischia di allontanare investitori seri e di lasciare spazio solo a chi cerca scorciatoie".

Come trovare, dunque, un equilibrio tra conservazione e riuso?
"Se da un lato conservare non deve voler dire immobilizzare, ossia far perdere l'anima allo spazio, dall'altro a volte si rischia di bypassare i vincoli in un gioco di "make up edilizio", che snatura e non recupera. Detto questo, direi che l'equilibrio potrebbe essere raggiunto preservando gli elementi architettonici essenziali, inserendo adeguamenti tecnici discreti, usando materiali compatibili ed attuando interventi reversibili".

Real estate: entusiasmo passeggero o progetto di lungo periodo, quale la sfida per il futuro?
"Credo che la vera sfida non sia tanto quella di seguire l’entusiasmo del momento, quanto quella di trasformarlo in un progetto duraturo; solo collaborazioni autentiche, che custodiscano i centri storici e i borghi come tesori identitari, potranno rendere gli investimenti attraenti e radicati nella memoria del territorio".

Per concludere, ingegnere, come vede il tessuto storico e

rurale siciliano tra vent'anni?
"Lo immagino fatto di spazi vivi, abitati da turisti e da residenti, senza i quali si rischierebbe il cosiddetto "effetto Disneyland": scenografie e vetrine perfette, ma inanimi".

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