Continua la caccia al "sionista": nel mirino dei pro-Pal la rettrice della Statale di Milano

Gli anti-Israele tornano a spadroneggiare negli atenei. In Statale a Milano, pressing dei collettivi sulla nuova rettrice Franzini: "Vogliamo risposte..."

Continua la caccia al "sionista": nel mirino dei pro-Pal la rettrice della Statale di Milano
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Torna la caccia al "sionista" nelle università. Dopo la pausa estiva, i collettivi studenteschi hanno ripreso a fomentare l'odio contro Israele attraverso annunciate proteste e azioni di disturbo all'interno degli atenei. Come già accaduto, il primo bersaglio di queste ostilità sono innanzitutto i rettori, sui quali gli attivisti pro-Pal intendono esercitare il loro pressing nel tentativo di orientare le decisioni delle autorità accademiche. All'Università Statale di Milano, ad esempio, gli antagonisti hanno già messo nel mirino la nuova rettrice Marina Brambilla, il cui mandato è iniziato ufficialmente proprio nei giorni scorsi.

Nemmeno il tempo di prendere possesso del nuovo incarico e già la professoressa deve fare i conti con le interferenze dei militanti con la kefiah. "Franzini è sionista, e Brambilla?", si legge sulla pagine social di alcune organizzazioni pro-Pal. Elio Franzini, lo ricordiamo, è stato rettore della Statale di Milano fino al 30 settembre scorso. E adesso i collettivi rossi promettono di dare filo da torcere anche alla nuova arrivata. "Vogliamo un incontro aperto con la rettrice Brambilla per avere risposte chiare dalla nuova amministrazione dell’università riguardo alla sua complicità con il sionismo e con Israele!", recita il comunicato diffuso online. I toni utilizzati sono quelli incalzanti e ideologici di sempre, ma in fondo non è questo a preoccupare.

A destare inquietudini è piuttosto il ricorrente utilizzo dell'aggettivo sionista in chiave dispregiativa, riferito a chi non asseconderebbe le istanze degli attivisti pro-Pal e sarebbe (secondo questi ultimi, ovviamente) allineato alle politiche dello Stato di Israele. "Nonostante l'occupazione dell'intifada studentesca della primavera di quest'anno (...) Franzini ha mantenuto ferma la sua posizione sionista di non condanna, e anzi supporto, di Israele, difendendo fino all'ultimo un'istituzione sionista, parte attiva del genocidio in corso", hanno scandito ancora gli attivisti pro-Pal nel loro messaggio diramato online.

Gli studenti con la kefiah hanno quindi ribadito le loro rivendicazioni ai vertici dell'ateneo. Innanzitutto, la richiesta all'università di "denunciare l'aggressione militare israeliana"; poi "la risoluzione immediata di tutti gli accordi universitari in essere con atenei e aziende ubicate in Israele" e il "boicottaggio totale del sistema accademico israeliano". Dunque, hanno chiesto nuovamente un incontro pubblico con la rettrice Franzini.

A distanza di pochi mesi dalle proteste di primavera, tuttavia, sembra già di rivedere un film già ben definito nella trama: i pro-Pal hanno infatti una singolare concezione del confronto che si traduce poi nella volontà di far prevalere a tutti i costi una sola posizione. Ovviamente, la loro.

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