Una "specie aliena" si è naturalizzata in Italia: l'allarme

Scoperta in Toscana una specie aliena di edera, velenosa per l'uomo e potenzialmente dannosa per l'ecosistema

Immagine da Wikipedia
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In Toscana è stata identificata una specie di edera ritenuta pericolosa per l'uomo, addirittura capace di provocare seri danni in certe situazioni. A fare la scoperta è stato un team di botanici dell'Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa, i quali hanno dimostrato il primo caso di naturalizzazione in Italia della Toxicodendron radicans, una tipologia di pianta piuttosto velenosa.

Una specie aliena

La Toxicodendron radicans, simile all'edera comune che conosciamo, è a tutti gli effetti una specie aliena per il nostro Paese. È infatti originaria del Nord America e di alcune zone della Cina, non dovrebbe trovarsi qui da noi.

Il ritrovamento dei botanici di Pisa, tuttavia, non lascia adito a dubbi. La pianta è stata rinvenuta nella località di Sassi Neri a Impruneta (Firenze). I ricercatori Giovanni Astuti, Francesco Roma-Marzio e Roberta Vangelisti hanno scoperto che l'edera cresceva spontaneamente nel verde, ed hanno raccolto alcuni campioni da analizzare in laboratorio. Si è trattato di un primato assoluto: la Toxicodendron radicans non è praticamente mai stata vista in Italia. Prima della segnalazione dei tre ricercatori, ci sono state solo altri due allarmi in passato, uno risalente al 1930, l'altro addirittura al 1893.

La scoperta è stata dunque pubblicata sulla rivista Italian Botanist, mentre il Cidic (Centro per l'innovazione e la diffusione della cultura) ha diramato una nota ufficiale.

Le conseguenze per l'uomo

Per quale ragione si dà così tanta importanza alla ricerca dei tre botanici? Non si tratta solo di una nuova specie da inserire nell'erbario italiano. La Toxicodendron radicans è purtroppo tossica per l'uomo. In America, ad esempio, sono registrate milioni di dermatiti da contatto all'anno.

Preoccupa la sua spiccata somiglianza con la specie comune che abbiamo da sempre qui in Italia e che è completamente innocua, tanto che viene impiegata in preparazioni cosmetiche. Se la diffusione della pianta continuerà - e pare proprio così, visto che si è naturalizzata -, sarà necessario imparare a riconoscerla.

Come abbiamo detto, la Toxicodendron radicans è in grado di provocare reazioni cutanee, con arrossamenti, gonfiori, prurito, bruciore e formazione di vescicole. In genere i sintomi si manistano in breve tempo, e la reazione cutanea può durare fino a 10 giorni. Possono servire fino a 5 settimane per avere una completa guarigione. Nei casi più gravi, inoltre, è possibile che si verifichino sovrainfezioni di natura batterica.

Attenzione anche all'ingestione: in questo caso i sintomi vanno dalla nausea alla diarrea, fino ad arrivare a coliche intestinali e danni renali.

Un pericolo per l'ecosistema

I ricercatori non temono solo per l'uomo. Come dichiarato dal professore Lorenzo Peruzzi, direttore dell'Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa, le invasioni biologiche possono avere delle conseguenze anche sull'ecosistema di un Paese.

"Specie aliene animali o vegetali, introdotte consapevolmente o inconsapevolmente dall'uomo in un territorio dove non sarebbero mai giunte con dinamiche naturali, possono causare danni anche gravi alla biodiversità autoctona.

In alcuni casi, però, i problemi causati da queste specie possono anche ritorcersi direttamente contro la specie umana", ha dichiarato il professore, come riportato da AdnKronos. "Il ritrovamento dell'edera velenosa a Impruneta è un importante esempio in questo senso, che forse può essere utile per renderci più consapevoli di questi problemi", ha concluso.

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